Sangue e terrore

Attentato terroristico in Tunisia, Matteo De Benedetti e i colleghi rassicurano amici e famiglie

Sarebbe escluso il coinvolgimento di connazionali, anche se l’Unità di crisi della Farnesina prosegue le verifiche

Matteo De Benedetti

Savona.  “Siamo sconcertati, sicuramente faremo molta attenzione ed eviteremo posti affollati e turistici. Restiamo sempre in allerta”. Un messaggio inviato agli amici dall’altra parte del Mediterraneo da Matteo De Benedetti, il tecnico savonese che da un mese vive e lavora in Tunisia.

Quando a Sousse c’è stata la mattanza con 38 morti, lui era con i colleghi di lavoro ad una decina di chilometri dalla spiaggia dell’orrore.

De Benedetti è impiegato presso l’azienda savonese Vbm che sta svolgendo dei lavori per Ansaldo Energia nella centrale elettrica del paese turistico tunisino. In tutta l’area del Maghreb, come è logico, sono state rafforzate tutte le misure di sicurezza. Polizia e esercito presidiano i luoghi e le aree del Paese definite “sensibili” questo perché secondo fonti diplomatiche potrebbero esserci altri attentati con obiettivo proprio gli stranieri. La situazione resta tesa e il panico non si è ancora fermato. Tutti sono ancora sotto choc e restano chiusi in casa o in albergo a guardare la tv.

Il giorno dopo l’attentato terroristico contro i turisti sulla spiaggia di Sousse, gli hotel presi di mira sono blindati e sono tanti i turisti che ora cercano di partire. Sono 2.500 i turisti di nazionalità britannica e 600 quelli di nazionalità belga ad aver già lasciato il Paese.

Sarebbe escluso il coinvolgimento di connazionali, anche se l’Unità di crisi della Farnesina prosegue le verifiche. Il governo tunisino ha comunicato che sono stati identificati 10 cadaveri. Sono 8 britannici, un tedesco e un belga. Ci sarebbero anche vittime di nazionalità ucraina e norvegese, oltre che tunisina.