Cuor di banca

Interessi del 30% a un 80enne malato, la svolta: Unicredit estinguerà il debito

Il finanziamento era stato scoperto pochi giorni fa dal figlio dell'uomo: dopo l'articolo di IVG Unicredit ha deciso di dare un "colpo di spugna"

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Albenga. “Anche le banche hanno un cuore”. Si potrebbe commentare così la vittoria di “Ottavio”, il nome di fantasia dietro cui abbiamo celato un 87enne che nel 2009 ha contratto un finanziamento da 12.500 euro lordi con il meccanismo della cessione del quinto della pensione ad un tasso superiore al 30%: l’uomo oggi è gravemente ammalato, e la banca ha deciso di estinguere completamente quel finanziamento.

La storia, raccontata una settimana fa da IVG: il figlio, “facendo ordine” tra le carte del padre come purtroppo tristemente accade quando bisogna mettere in conto che una vita possa terminare, ha scoperto l’esistenza di quel finanziamento che, sul documento di sintesi del 31 dicembre 2014, riportava un Taeg stratosferico: 30,36%.

Un tasso, ovviamente, ben al di sopra di qualsiasi soglia antiusura. Il figlio di Ottavio si era dunque rivolto a Giorgio Brondi, presidente del Movimento Difesa del Cittadino di Finale Ligure, che aveva lanciato la “battaglia” contro Unicredit, l’istituto bancario accusato senza mezzi termini da Brondi di aver compiuto “un atto criminale”.

La banca, però, si era discolpata adducendo quale motivazione di quel Taeg l’assicurazione: un prestito, infatti, è tanto più rischioso quanto più la persona è avanti con gli anni, per cui l’età di Ottavio (81 anni al momento della stipula) aveva fatto lievitare un Tan relativamente basso (4,6%) al tasso-shock finale.

Una storia, quella di Ottavio, che ha generato non poche polemiche sotto le torri ingaune. E la sua vicenda, quella di un anziano ormai malato che continuava ogni mese a rimborsare un prestito al 30% di interesse, ha “toccato i cuori” non solo di cittadini e lettori, ma anche degli stessi dirigenti di Unicredit. Che ora hanno deciso di cancellare quel debito.

“Abbiamo verificato i conteggi, e possiamo garantire la ‘correttezza’ di quel tasso – ci tengono a precisare dalla banca – ciononostante, in considerazione della situazione che sta vivendo oggi il cliente, abbiamo deciso di proporre la totale estinzione del debito, senza più alcun rimborso da parte sua o del figlio“.

Un’altra “storia di banche” con un lieto fine, dunque, dopo quella di “Mario”, il disoccupato di Albenga al quale la banca chiedeva 990 euro di rimborso spese per le copie delle quietanze di pagamento del proprio mutuo, necessarie per presentare un ricorso e bloccare la messa all’asta di casa sua: in quel caso, dopo gli articoli di IVG e il movimento popolare che ne seguì, Intesa San Paolo decise di concedere gratuitamente quei documenti.

Che sia il “buon cuore” o la necessità invece di mantenere una buona immagine sui mezzi di informazione, poco importa: quello che conta è che per Mario e Ottavio sia arrivato il lieto fine.

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