Liguria. “Renzi è riuscito in un solo colpo a unire nella protesta un mondo, quello della Scuola Pubblica, esasperato dai continui tagli di fondi pubblici (denaro che annualmente viene consegnato, con gli interessi, alle scuole private) e dai tagli sul personale”.
“Oltre agli incentivi fiscali per chi iscrive il proprio figlio a scuole private ed al delirante criterio degli “scatti” di merito, che a conti fatti oltre a premiare solo una minima parte dei docenti garantirebbe minori godimenti remunerativi rispetto agli attuali, troviamo totalmente inaccettabile che insegnanti che da anni vivono il disagio del precariato vengano ulteriormente sottoposti a condizioni lavorative prive di nessuna certezza per il futuro e siano sottoposti a giudizi figli di criteri soggettivi e non oggettivi come quelli che dovrebbe adottare nei loro confronti la figura incomprensibile del “preside-leader educativo”.
“Leader educativo che dovrebbe decidere dopo tre anni la riconferma o meno dello stesso insegnante il quale nel suddetto periodo si troverebbe a dover accettare a capo chino qualunque tipo di situazione spiacevole o di sopruso pur di guadagnarsi la tanto agognata riconferma, figlia non più del merito e della competenza ma della “buona condotta” dello stesso nei confronti del nuovo “sceriffo” scolastico”
Il m5s propone una riforma che si snoda in sette punti: immissione in ruolo di tutti i 300’000 precari entro il 2020; fondi di 600 milioni all’anno da investire nell’edilizia scolastica; più finanziamenti alle scuole pubbliche; stop finanziamenti alle scuole paritarie; riduzione del numero di alunni per classe; e-book gratuiti; scuola sana, sport e cibo bio.