Savona. Un difetto di notifica ha fatto slittare l’inizio del processo nei confronti di Fabiano Visentini, il quarantenne a giudizio con l’accusa di omicidio per la morte della convivente Alba Varisto, uccisa a calci e pugni nel giugno del 2014 nell’appartamento della coppia in via Riviera a Pietra Ligure.
Questa mattina il giudice Francesco Meloni ha posticipato l’udienza preliminare alla fine di maggio quando, salvo sorprese, il difensore dell’uomo, l’avvocato Francesca Aschero, dovrebbe chiedere l’ammissione ad un giudizio abbreviato condizionato all’espletamento di una perizia psichiatrica nei confronti dell’imputato.
Secondo l’accusa, la vittima, infermiera in pensione di 59 anni, è stata uccisa dalle botte del compagno che, dopo l’ennesima lite tra i due, l’ha colpita con violenza. Era stato lo stesso Visentini, quasi 24 ore dopo l’aggressione, quando la donna ormai era senza vita, ad allertare il 118.
Davanti al gip, durante l’interrogatorio, l’uomo aveva spiegato di non ricordare nulla di quello che era successo. “Non ricordo” aveva detto al giudice Visentini che aveva confermato solo di aver avuto una discussione con la donna: “Abbiamo litigato perché lei era andata a giocare alle slot machines e io non volevo che spendesse i soldi nel gioco. C’è stata una lite, ma io non ricordo altro”.
“Non ho capito di averla uccisa, mi sono reso conto che fosse morta solo quando sono arrivati i soccorritori” aveva aggiunto il compagno della vittima che, da subito, aveva dimostrato di avere un “buco” nei suoi ricordi che va dal momento della discussione con la compagna all’arrivo dell’equipaggio dell’ambulanza. Un arco temporale durante il quale Alba Varisto è stata prima picchiata a morte e poi abbandonata per ore sul pavimento, ormai priva di vita e con il corpo martoriato dalle botte.
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