Sesso & mazzette

Inchiesta Hot Velox, condannati Ghizzoni e Ingrassia

Quattro anni per il comandante della municipale di Podenzana, accusato di aver pagato tangenti all'ex comandante di Spotorno; sei mesi per Ingrassia per truffa e falso

Savona. Si è chiuso con due condanne il processo sull’inchiesta “Hot Velox” che aveva scoperto un presunto giro di mazzette legate agli appalti dei lavori di manutenzione della segnaletica stradale e il noleggio di autovelox nel comune di Spotorno. Questa mattina il collegio del tribunale ha condannato a quattro anni di reclusione Claudio Ghizzoni, comandante della polizia municipale di Podenzana, e ad un anno e sei mesi Gabriele Ingrassia, vigile in servizio a Spotorno.

A Ghizzoni, che era anche titolare della ditta spezzina Igea specializzata nel noleggio di autovelox, veniva contestato il reato di corruzione per aver pagato – questa la tesi del pm Daniela Pischetola – delle mazzette all’allora comandante dei vigili di Spotorno Andrea Saroldi (che per la vicenda ha già patteggiato) proprio per fare in modo che il Comune si affidasse alla sua azienda per le forniture. Diverse invece le accuse mosse a Ingrassia che doveva rispondere di concorso in truffa e falso per aver accompagnato con l’auto di servizio ed in orario di lavoro il suo superiore ad “incontri privati” e per l’annullamento di una multa.

Circa l’annullamento della multa, risalente al luglio 2013, Ingrassia si era giustificato spiegando di aver semplicemente eseguito le “disposizioni” del comandante. Anche per quanto riguarda le altre contestazioni l’imputato aveva spiegato di essersi limitato a rispettare i comandi del suo superiore: “Quando venivamo a Savona era sempre Saroldi a chiedermi di accompagnarlo”. Tesi che erano state confermate anche da due colleghi del vigile: “Il comandante voleva sempre avere Ingrassia ai suoi ordini ed era nella sua indole dare ordini secchi e perentori. Tra Saroldi ed Ingrassia c’era un rapporto quasi di sudditanza”.

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