Savona. “Subito dopo la chiusura della verifica della Guardia di Finanza abbiamo avviato una prima fase di contraddittorio con l’Agenzia delle Entrate, al termine del quale la stragrande maggioranza delle contestazioni è stata fatta cadere dalla stessa Agenzia“. Inizia così la conferenza stampa con la quale la cooperativa Il Faggio di Savona ha voluto chiarire la propria posizione in merito all’indagine della Guardia di Finanza su una presunta evasione fiscale maturata nel corso di sei anni, dal 2007 al 2012, per un imponibile di 3 milioni e mezzo di euro.
Un’accusa da cui era nato in settimana un vero e proprio caso mediatico; un caso “sgonfiato” questa mattina dal legale della cooperativa, l’avvocato Paolo De Capitani, che ha spiegato come accuse e importi siano diversi da quanto inizialmente trapelato. La maggioranza delle contestazioni, ha chiarito, riguardavano l’Ires: imposta da cui però Il Faggio è esente, e per questo le accuse sono cadute alla prima verifica.
Un errore delle Fiamme Gialle durante gli accertamenti? De Capitani glissa: “Probabilmente durante la verifica la Guardia di Finanza non aveva la documentazione che poi abbiamo potuto offrire già nella prima fase di contraddittorio, e che andremo ad integrare nella seconda fase con i tempi che richiedono queste attività”.
Se le contestazioni sull’Ires sono cadute, rimangono ancora in piedi invece le accuse legate all’Iva: secondo le Fiamme Gialle ci sarebbe un giro di false fatturazioni con un’altra cooperativa satellite, Il Nodo, allo scopo di evadere parte dell’imposta. E così questa settimana al Faggio è arrivata la notifica di tre avvisi di accertamento per tre annualità (2007, 2008 e 2009).
Un provvedimento, spiega l’avvocato, dettato da esigenze tecniche: “L’Agenzia delle Entrate ha dovuto accelerare i tempi della notifica perché altrimenti avrebbe oltrepassato i termini e non avrebbe più potuto notificare quelle tre annualità. Partiremo adesso con una seconda fase di contraddittorio dove confidiamo che cadano anche le ultime residue contestazioni minori”. E in ogni caso le cifre, svela De Capitani, sono molto diverse da quelle ipotizzate sui media: “Faccio presente che la cifra di 3,5 milioni di euro è quella dell’imponibile – precisa – per il 2007 ad esempio siamo scesi da una contestazione su un imponibile di 930.000 euro a una pretesa di 27.000 euro“. Mentre per il 2008 l’Agenzia chiede 63.508 euro di imposte e per il 2009 84.941, tra Irap e Iva.
Pretese “che noi riteniamo comunque infondate – puntualizza – e riteniamo che sarà anche facile documentalmente dimostrare che non c’è stata evasione: Il Faggio ha detratto Iva che aveva già pagato e che il Nodo, l’altra cooperativa che emetteva le fatture, a sua volta aveva già versato. Per cui non c’è stata assolutamente alcuna sottrazione d’imposta“.
L’impostazione scelta dal Faggio è dunque quella che, non essendoci stata evasione, nulla sia dovuto all’erario; il legale non esclude però l’ipotesi della transazione. “Noi affermiamo che non è dovuto neanche un euro – precisa – ma valuteremo se, per ragioni di convenienza, raggiungere un accordo”. Questo perché i tempi e i costi del contenzioso, spalmato in 10 anni e 3 gradi di giudizio, potrebbero essere considerevoli: fattori che potrebbero indurre la cooperativa, come capita a tutti i contribuenti, ad una transazione.
L’ultima “accusa” riguardava alcune ritenute d’acconto riferite al 2010 e non versate entro la scadenza: su questo fronte il Faggio si è già attivato, facendosi parte diligente e “autodenunciandosi”, così da regolarizzare la propria posizione. “Le ritenute che non sono state versate nei tempi sono in corso di rateizzazione – spiega il commercialista della cooperativa, Mario Tassinari – L’ufficio ha contattato Equitalia o, quando possibile, direttamente l’Agenzia delle Entrate, ed ha avviato delle rateizzazioni”. Ma il fenomeno non deve preoccupare, precisa: “Può capitare, ci sono magari momenti di difficoltà in cui uno non può disporre di quello che oggettivamente sa di dovere. La cooperativa si è comunque attivata per versare quello che doveva versare, a riprova dell’assenza di qualsiasi intenzione di evadere”. L’accordo prevede una rateazione in 60 mesi e, finora, tutte le rate sono state saldate regolarmente.