Morti misteriose

Carbonizzati sulla A10, prende corpo l’ipotesi del doppio suicidio fotogallery video

La donna morta nel rogo dell'Audi non sarebbe stata uccisa da Giancarlo Bossola, ma si sarebbe tolta la vita insieme a lui

Orco Feglino. Sarebbe stato un doppio suicidio quello avvenuto il 15 aprile scorso sull’autostrada A10 dove anno perso la vita Giancarlo Bossola, 60 anni, ex poliziotto di Alessandria, e Roslina Redolfi, 47 anni, di mestiere badante. I due erano stati trovati morti carbonizzati nell’abitacolo di un’Audi che, dopo aver urtato contro il guardrail, aveva finito la sua corsa vicino ad una piazzola all’altezza di Orco Feglino.

Inizialmente gli inquirenti avevano ipotizzato che la donna fosse stata uccisa da Bossola che, prima di muoversi verso la Riviera, aveva già ucciso una donna cubana, Norma Ramirez, 52 anno, il cui cadavere era stato ritrovato nell’appartamento dell’uomo, al quarto piano di via Pascoli ad Alessandria. Un delitto del quale l’ex poliziotto, poco prima di perdere la vita, si era assunto la paternità con una telefonata alla Questura di Genova nella quale aveva informato della presenza del cadavere.

La prima ipotesi degli investigatori era che Bossola potesse aver ucciso, prima di suicidarsi, anche Roslina Redolfi, ma le indagini svolte dai poliziotti di Alessandria nelle ultime settimane sembrano accreditare l’ipotesi che la donna fosse d’accordo con il piano dell’uomo. Dietro all’omicidio-suicidio sembra esserci un movente legato alla “santeria”: pare che l’ex poliziotto infatti fosse legato ad una sette religiosa.

A quasi un mese dal misterioso incidente gli inquirenti sembrano quindi vicini a chiudere il cerchio sul giallo. Delle indagini sullo schianto si era occupata anche la Procura di Savona: era stato il pm Vincenzo Carusi a disporre l’autopsia sui corpi delle vittime.

Secondo l’accertamento medico legale la donna, trovata sul sedile del passeggero, sarebbe morta prima dell’uomo che era invece alla guida dell’Audi. Lei infatti ha respirato molto meno fumo rispetto a Bossola. L’autopsia aveva anche confermato che Roslina Redolfi, quando si è sviluppato l’incendio, era priva di sensi (non è da escludere che sia stato proprio l’ex poliziotto a stordirla in qualche modo). L’uomo invece era certamente cosciente quando il rogo ha avvolto l’Audi e, secondo gli inquirenti, le fiamme sono state appiccate dopo aver cosparso la vettura con del liquido infiammabile.

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