Stessa spiaggia?

Borghetto, balneari contro il ripascimento: “Non è sabbia ma sassi”

Stamattina un gruppo di concessionari ha fermato i camion impedendo agli operai di effettuare i lavori

Borghetto Santo Spirito. Balneari contro il ripascimento. Appare paradossale che i gestori degli stabilimenti possano essere contro l’operazione di allungamento delle spiagge e migliorare la qualità della sabbia, ma è ciò che è successo questa mattina a Borghetto.

Oggi hanno preso il via le operazioni di ripascimento del tratto di litorale compreso tra Capo Santo Spirito e il Varatella. Il materiale, proveniente dalla barra di sabbia formatasi alla foce dello stesso torrente, è stato accumulato nella spianata che si trova sotto il Capo. Stamattina i camion della ditta incaricata dal Comune hanno iniziato a riversare i cumuli di sabbia sulla scogliera che si trova all’estremità di ponente del litorale borghettino: secondo i tecnici, le correnti marine che muovono da ovest ad est avrebbero poi agito trasportando il materiale lungo tutta la costa. Ciò, come detto, per “allungare” le spiagge e arricchirle di sabbia fine.

Le operazioni, però, sono state interrotte da un gruppo di concessionari che ha letteralmente fermato i camion impedendo agli operai di effettuare i lavori. Le motivazioni sono chiare: “La normativa – spiegano i gestori delle spiagge – stabilisce che i granuli abbiano una dimensione minima ed una dimensione massima. Questo per evitare che sulle spiagge finiscano veri e propri massi che nulla hanno a che fare con la sabbia. Noi, però, abbiamo notato che i materiali che hanno iniziato ad essere accumulati nei giorni scorsi e che sono stati in parte riversati stamattina sono di grana troppo grossa. In caso di mareggiata, quindi, sulle spiagge finirebbero dei sassi di notevoli dimensioni. Se ciò accadesse i danni per i nostri stabilimenti sarebbero davvero molto gravi”.

Lo scenario non è così remoto: “Una mareggiata simile si è verificata a luglio del 2009: quell’anno il Comune aveva effettuato un’operazione simile a quella che è partita oggi e anche in quel caso erano stati utilizzati materiali di grana molto grande. Il maltempo aveva trasportato sulle spiagge enormi quantità di sassi e noi ci eravamo dovuti sobbarcare l’onere (e i disagi) di dover rimuovere i sassi. Questo in piena stagione balneare”.

Facile, quindi, comprendere da dove nascano i timori odierni: “Stamattina abbiamo parlato con il vice-sindaco Maria Grazia Oliva e con un funzionario dell’ufficio tecnico, i quali ci hanno spiegato come l’uso di questo materiale sia stato autorizzato da Arpal. Al di là della dimensione delle sabbie, che non capiamo come possano essere ritenute idonee per questa operazione, a lasciarci perplessi è anche la qualità: in mezzo ai cumuli abbiamo trovato pezzi di cemento, metallo e anche molto materiale vegetale trasportato evidentemente dalla corrente del fiume fino alla foce. Sicuramente non si tratta di un materiale adatto a finire sulle nostre spiagge. Senza contare che ora come ora non abbiamo nemmeno bisogno di effettuare un ripascimento”.

Dopo un paio d’ore di trattative, balneari e amministrazione sono giunti ad un accordo ritenuto da entrambe le parti piuttosto soddisfacente: “Abbiamo chiesto e ottenuto – riferiscono ancora i gestori degli stabilimenti – che il materiale venga accumulato sul lato di ponente del Capo. In questo modo in caso di mareggiata (cosa che speriamo non avvenga) dovremmo essere abbastanza protetti e non dovremmo ritrovarci le spiagge invase dai sassi”.