Delitto siri

Slitta l’inizio del nuovo processo a Arjan Quku, lui si difende in aula: “Ho tirato solo due pugni”

L'albanese era stato condannato all'ergastolo da latitante e dopo l'arresto ha chiesto un nuovo processo

Quku

Genova. L’imputato che prende la parola per delle dichiarazioni spontanee e una richiesta di rito abbreviato. E’ stata una mattinata di colpi di scena in Corte d’Assise d’Appello, ma è slittato ancora l’inizio del nuovo processo per Arjan Quku, l’albanese che era stato condannato all’ergastolo per l’omicidio di Roberto Siri, l’artigiano edile di Cengio ucciso a calci all’alba del 2 febbraio 2008 nel parcheggio davanti all’ospedale di Cairo.

Questa mattina l’udienza a Genova c’è stata, ma vista l’istanza presentata dal difensore dell’imputato, l’avvocato Antonio Genovese, i giudice si sono riservati di decidere ed hanno rinviato il processo al prossimo 22 maggio. Nello specifico la Corte dovrà decidere se ammettere Quku al rito alternativo, come chiesto dalla difesa, oppure se processarlo solo sulla base degli atti acquisiti nel corso del processo di primo grado come previsto in questi casi.

L’istanza si basa su aspetti molto tecnici: avendo la Corte di Cassazione rimesso in termini l’imputato per impugnare la sentenza del tribunale di Savona (Quku era stato condannato da latitante) bisogna valutare se la richiesta di rito abbreviato (che andrebbe presentata in udienza preliminare) possa essere accolta o meno. Codice alla mano i termini sarebbero scaduti, ma visto che l’imputato è stato processato in contumacia la comparizione davanti alla Corte d’Assise d’Appello è stato il primo momento “utile” per richiederlo.

L’altro colpo di scena sono state le dichiarazioni spontanee di Quku che in aula ha preso la parola per sminuire la portata delle sue azioni nella notte in cui Siri venne ucciso: “Gli ho dato solo due pugni, ma non l’ho preso a calci” ha riferito l’imputato che ha poi rivolto le sue scuse ai famigliari della vittima (parte civile nel processo con l’assistenza degli avvocati Amedeo Caratti e Massimo Badella).

L’arresto di Arjan Quku risale al febbraio del 2013: la gendarmeria francese lo aveva fermato a Chambery per un controllo e, dopo una serie di accertamenti, grazie alle impronte era emerso che il suo nome era collegato ad un mandato di cattura internazionale per omicidio.

Per il delitto Siri, oltre a Quku, erano stati condannati (in terzo grado) a 21 anni e 2 mesi Samuel Costa (che avrebbe preso parte al pestaggio) e rispettivamente a 16 e 12 anni di reclusione Orges Goxhaj e Ervin Zela, questi ultimi due accusati di concorso anomalo nel delitto: non presero parte al pestaggio ma avrebbero dato ausilio ai propositi omicidi di Quku.

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