Case cooperative

Processo Gariano, il curatore giudiziario: “Sui conti correnti delle coop non c’era liquidità”

In aula sono stati ascoltati quattro testimoni tra cui anche l'ex sindaco di Pietra Ligure Luigi De Vincenzi

tribunale savona

Savona. E’ ripreso questa mattina con l’audizione di quattro testimoni il processo per le case cooperative di via Crispi a Pietra Ligure. A giudizio ci sono Renato Gariano, ex presidente del Consorzio regionale cooperative ligure, la moglie Silvana Colombo e altre quattro persone: i tre ex presidenti delle cooperative edilizie (Domus Uno, Alfa Casa e Toirano Uno), Graziella Frasca, Emanuela Inchingolo, Claudio Baietto e il direttore dei lavori del cantiere di via Crispi, Enrico Zunino.

Dopo l’esame di Gariano, che nella precedente udienza ha deposto per ore, questa mattina tra i testimoni sono stati sentiti Ambrogio Botta, che nell’ottobre del 2009 era stato nominato dal tribunale custode giudiziario delle tre cooperative, ma anche l’ex sindaco di Pietra Luigi De Vincenzi.

Botta, riferendosi alla situazione economica delle cooperative, ha spiegato: “Premetto che quando fui nominato il cantiere di Pietra era sotto sequestro e di conseguenza erano inattive. Sotto il profilo finanziario però le coop erano totalmente illiquide. Sui conti correnti, nel complesso, c’erano meno di 100 mila euro, ma la Alfa in quel momento aveva un cantiere attivo a Ceriale. Se si tiene presente che in quel periodo le coop stavano realizzando circa 88 unità abitative si capisce come una liquidità di centomila euro sia da considerare nulla”.

“Se consideriamo solo il cantiere di Pietra la liquidità, epurata dai soldi riguardanti altri cantieri, si riduceva a poche migliaia di euro” ha precisato Botta durante la sua lunga testimonianza.

Sul banco dei testimoni si è seduto anche l’ex primo cittadino di Pietra che ha ricordato quando, prima in qualità di responsabile del settore ediliza e urbanistica del Comune e poi come sindaco, ha avuto a che fare con le cooperative finite al centro del processo. “Nel periodo durante il quale ero tecnico non ho mai avuto contatti con i soci, ma li aveva con Gariano. Quando invece sono stato eletto sindaco ho incontrato almeno una decina di volte i soci. A loro ho sempre illustrato quale fosse la situazione delle pratiche e non mi sono mai sottratto alle richieste di incontro”.

Al termine dell’audizione dei testimoni il processo è stato rinviato per la discussione al prossimo giugno. Gli imputati devono rispondere a vario titolo di truffa, concussione e falso (Frasca per Alfa Casa; Inchingolo per Domus Uno; Baietto per Toirano Uno). In una delle udienze preliminari il giudice aveva disposto il sequestro conservativo di 8 milioni di euro dalle proprietà di Gariano e degli altri imputati sulla base della richiesta di 22 delle parti offese, assistite dall’avvocato Gianfranco Nasuti. Erano state circa una trentina delle 65 parti offese, all’inizio del procedimento, a decidere di costituirsi parti civili (molti di loro questa mattina erano in tribunale per seguire il processo).

A Gariano, Zunino, Frasca e Baietto i pm titolari dell’indagine, Chiara Maria Paolucci e Danilo Ceccarelli, hanno contestato anche la truffa aggravata in merito ai contributi pubblici concessi alle cooperative, oltre al falso perché avrebbero dichiarato uno stato di avanzamento lavori non corrispondente al vero. Per Gariano, Frasca, Baietto e Inchingolo è stata contestata anche la concussione a seguito delle presunte minacce a danno dei soci in caso non avessero versato le somme richieste, senza contare l’impedimento sul controllo dei bilanci. Infine, sempre per Renato Gariano e la moglie, tra i reati contestati, anche l’utilizzo di materiale edilizio delle coop a scopi privati. Oltre al procedimento penale, per questa vicenda, resta pendente anche il procedimento civile avviato da un gruppo di soci, che sperano di poter recuperare quanto perso e vedere finite le proprie case.

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