Non si fa in tempo nemmeno a concludere una stagione che in Italia è già tempo di valzer delle panchine. Sotto accusa soprattutto due nomi importanti per squadre altrettanto importanti: parliamo di Filippo Inzaghi e Rudi Garcia.
Annata difficile per il Milan
Partiamo dai rossoneri: una stagione fallimentare come quella in corso non si vedeva a Milanello dai tempi della gestione Tabarez, forse neanche così mediocre. Partita tra proclami altisonanti, aspettative in grande stile ed entusiasmo al massimo, la stagione del Milan sembrava iniziata col piede giusto. Giravano un po’ tutti, da Ménez ad Alex, da Diego Lopéz al centrocampo. Certo, le lacune strutturali c’erano ugualmente, ma con un po’ di circostanze favorevoli l’obiettivo minimo – il piazzamento in Europa – era ampiamente a portata di mano. Con l’inizio del nuovo anno, coinciso con la sconfitta interna contro il Sassuolo, tutto il castello è crollato inesorabilmente, evidenziando l’insieme delle lacune di questa squadra.
Va comunque detto che la rosa, considerando i singoli giocatori, è pur migliorata rispetto allo scorso anno, quando tra la gestione di Allegri e quella di Seedorf si apprezzò una crescita in fatto di risultati. Ad oggi, invece, Inzaghi ha fatto peggio dell’olandese: in 19 gare, con l’ex centrocampista rossonero, il Milan aveva collezionato 35 punti, mentre con Inzaghi 26, di cui solo la metà tra le mura di casa. E ora i punti sono 38 dopo 28 partite, che significa ottavo posto e zona Europa sempre più lontana, come dimostrano anche le quote di Gazzabet, sito che offre scommese sportive online.
Gli errori della società e dell’allenatore
Mai è stato così facile individuare i responsabili di questo campionato fallimentare: innanzitutto la società, che ha mandato allo sbando un allenatore senza esperienza, “spacciandolo” per il classico salvatore della patria e creando un clima di ottimismo assolutamente infondato e controproducente.
Dall’altro un mister che fa errori grossolani in fatto di moduli (ne cambia quasi uno a gara, per poi scegliere a partita in corso sempre un improbabile 4-3-3, non adatto alle individualità milaniste), che fa scelte quanto meno discutibili sotto il piano delle sostituzioni, e incapace di rapportarsi coi tifosi in maniera umile, cercando sistematicamente scuse e giustificazioni fuori luogo. Insomma, se gavetta doveva essere per l’ex allenatore della Primavera, di certo non sarebbe dovuta iniziare ora.
Chi prenderà il suo posto la prossima stagione? Sono davvero tanti i nomi venuti fuori: Sarri, che sta facendo un lavoro fuori dall’ordinario a Empoli; Mihajlović, che sarebbe perfetto visto le sue capacità di motivatore senza troppi fronzoli; Montella, che ha capacità di guidare un gruppo sfruttando al meglio le risorse, e Conte. Sì, proprio il ct della Nazionale, che è sempre piaciuto alla dirigenza di via Rossi, meno forse a tifosi milanisti, reo di essere troppo legato al mondo juventino.
Dubbi in casa giallorossa
In casa romanista le cose vanno meglio sotto il punto di vista del piazzamento attuale (la Roma è infatti seconda) ma non in fatto di obiettivi: i giallorossi erano gli unici veri sfidanti della Juventus per la corsa al titolo, e per tutto il girone d’andata è stato così. Ma poi una serie di pareggi e di prestazioni incolore hanno messo fine al sogno scudetto.
Le responsabilità sono da dividere tra allenatore e giocatori, con Garcia che sarà poi a fine campionato l’unico a pagare il conto, forse per colpe non propriamente sue. Per il momento il solo nome che gira intorno a Trigoria come sostituto del francese è quello di Walter Mazzarri, forse ritenuto in grado di apportare cambiamenti. Ma se con il Napoli il suo lavoro fu apprezzabile, con l’Inter molto meno, dunque i dubbi su ciò che possa apportare di nuovo rimango leciti. Annata difficile anche per Mancini e i nerazzurri, ma il tecnico di Jesi non è in discussione. Almeno per ora.
