Mazzette a vado

Operazione “Dumper”, incidente probatorio verso la conclusione

Il consulente tecnico d’ufficio ha valutato l'effettiva realizzazione di tre lavori per il Comune di Vado e la congruità dei costi

Savona. Nuovo passaggio in udienza preliminare per il procedimento relativo all’operazione “Dumper”, quella che aveva scoperto il presunto giro di mazzette intorno al Comune di Vado Ligure.

Questa mattina, davanti al giudice Francesco Meloni, il consulente tecnico d’ufficio ha esposto le conclusioni della sua perizia (disposta con un incidente probatorio) con la quale è stata fatta una valutazione di tre lavori eseguiti per l’amministrazione comunale vadese che erano finiti nel mirino della Procura.

Secondo quanto accertato dagli inquirenti infatti i lavori in questione, eseguiti ovviamente per il Comune di Vado, sarebbero stati affidati per un certo importo che, a fine intervento, era però aumentato. Una discrepanza che per la Procura non ha giustificazione, mentre a detta degli indagati si spiegherebbe alcuni imprevisti registrati in corso d’opera. Proprio per valutare correttamente l’entità dei lavori il giudice aveva disposto l’incidente probatorio.

Il tecnico nominato dal giudice quindi ha effettuato una serie di accertamenti sia per valutare l’effettiva realizzazione degli interventi che la congruità dei costi degli stessi. Terminata l’esposizione del perito il giudice ha rinviato l’incidente probatorio a maggio quando prenderà la parola il pm Ubaldo Pelosi.

Gli imputati del procedimento, tra imprenditori, funzionari dell’amministrazione comunale vadese e persone giuridiche, sono dieci. Alcuni di loro hanno già manifestato l’intenzione di essere giudicati con riti alternativi (abbreviato o patteggiamento).

Il procedimento in questione riguarda i reati per i quali Roberto Drocchi, ex capo del settore lavori pubblici del comune di vado, aveva patteggiato per corruzione, occultamento di documenti contabili e falso in atto pubblico. Gli attuali imputati (Gianpaolo Giamello, Pietro Fotia, Giampietro Sertore, Giorgio Ambrosiani, Carlo Piovano, Simona Schinca e le aziende Cemenbit, Scavo-ter, Edilambrosiani e Balaclava) devono invece rispondere a vario titolo di truffa e corruzione.