Solidarietà e mistero

La Valbormida si tinge di giallo: “Lo strano caso della maestra scomparsa”, il film che puoi concludere tu

L'iniziativa di Anteas mira a mettere al centro il valore della solidarietà

anteas generazioni solidali

Valbormida. “Un’idea in giallo”: questa la nuova iniziativa di Anteas per mettere in luce la solidarietà. Si tratta di un cortometraggio, dal titolo “Lo strano caso della maestra scomparsa”, che vede la collaborazione di tutte le istituzioni, dalla Procura della Repubblica alla Prefettura, dalla Questura agli enti amministrativi, passando attraverso il Provveditorato agli studi di Savona e le associazioni.

Insomma, tutte le energie in campo per sostenere l’ultimo progetto di Anteas, supportato dalla Fondazione De Mari, che lancia un film di genere poliziesco dalla trama intricata, ideato e diretto dall’ex insegnante e nota regista Marta Arnaldi. Il film è ambientato principalmente in Val Bormida, con attori molto conosciuti per i loro ruoli nella società civile.

Tutto parte dalla sparizione, alla fine di una serata di festa all’Abbazia di Ferrania, di una maestra carcarese. Nessuno sa spiegarsi il motivo: l’unico che potrebbe saperne di più è il migliore amico della donna ma, a causa di una malattia degenerativa, viene considerato poco attendibile e ricoverato nella casa di riposo di Altare “Nilde Bormioli”. Il suo unico cruccio è quello di doversi separare dall’adorata cagnolina, ma in suo soccorso arriva una parrucchiera di Savona che decide di adottarla e di portarla, ogni lunedì, giorno di riposo, a trovare il suo vecchio padrone.

Nel frattempo anche uno studente dell’Itis scompare improvvisamente, e nei laboratori savonesi, dove si stanno facendo analisi sull’eventuale tossicità dei coloranti usati per i tatuaggi, si trovano tracce di sangue del ragazzo. Le forze dell’ordine sono al lavoro per indagare su entrambi i casi misteriosi, quando si scopre che il giovane collaborava con un sacerdote valbormidese per la stesura di un giornale parrocchiale. E ancora. Gli inquirenti mettono in luce il fatto che lo studente e la maestra non solo si conoscevano, ma stavano studiando segretamente strane analogie tra il museo della ceramica e il castello di Cosseria.

L’infermiere personale dell’uomo ricoverato alla “Bormioli”, ascoltando il paziente che continuamente riferisce di vedere ogni notte le luci nel museo del vetro di Altare, decide di verificare se i racconti sono frutto di visioni o sono reali, e scopre così che Villa Rosa è teatro di inquietanti esperimenti. Chiama le forze dell’ordine e, nelle ultime immagini del cortometraggio, si vedono i militi di una pubblica assistenza che spingono all’esterno del museo una barella con la maestra scomparsa, in fin di vita…

Qui si interrompe il film, ma inizia la parte che coinvolge tutte le scuole del savonese, e non solo. Chiunque potrà partecipare al concorso e scrivere o riprodurre la seconda parte. Insomma, sul sito generazionisolidali.it si potrà vedere il video, che viene girato proprio in queste settimane, e consegnare l’elaborazione del “proprio” finale entro gennaio 2016. Unico requisito: deve essere riportato un gesto di solidarietà. Una commissione di livello sceglierà poi l’idea migliore, sia per quanto riguarda la categoria ragazzi che per gli adulti, e i vincitori saranno premiati.