Controlli assenti

In tribunale minuto di silenzio per le vittime di Milano e si riaccendono i riflettori sul problema sicurezza

Il procuratore Granero ha ribadito l'importanza di interventi rapidi: servirebbe un ingresso dedicato al personale

Savona. La porta scorrevole si apre, si passa attraverso il metal detector (che suona regolarmente) e senza subire nessun controllo si entra in tribunale. Come ogni giorno, anche questa mattina, nel day after la tragedia avvenuta nel palazzo di giustizia di Milano (dove l’imputato di un processo, Claudio Gairdiello, ha ucciso tre persone con una pistola), varcare l’ingresso della cittadella giudiziaria savonese è semplicissimo.

Chiunque lo desideri infatti può entrare nel palazzo e spostarsi liberamente all’interno dell’edificio senza incontrare nessuna difficoltà. Una situazione che, anche alla luce di quanto successo ieri a Milano, accende nuovamente i riflettori sul problema della sicurezza in tribunale. Una questione che, in realtà, a Savona è ormai aperta da molti anni e anche di recente, dopo gli allarmi bomba, è sempre rimasta d’attualità.

Questa mattina, il Procuratore Francantonio Granero, che insieme ai colleghi, ai giudici e agli avvocati alle 11 nell’aula magna ha osservato un minuto di silenzio in ricordo delle vittime di Milano, ha sottolineato ancora una volta l’importanza di interventi urgenti per migliorare la sicurezza.

Dal sesto piano sono arrivate anche indicazioni sulle misure che dovrebbero essere adottate prima possibile per rendere più sicuro il palazzo: l’istituzione di due ingressi separati, uno dedicato al personale e agli addetti ai lavori, l’altro per l’utenza; stabilire degli orari precisi d’ingresso; riattivare i metal detector; chiudere tutte le entrate secondarie e mettere in sicurezza le porte di sicurezza (quelle coi maniglioni “antipatico”) per evitare che siano aperte dall’esterno; ma anche mettere in funzione le porte già installate all’ingresso degli uffici in Procura per regolamentare l’entrata.

Accorgimenti che non risolverebbero del tutto i problemi, ma che certamente potrebbero contribuire a migliorare i livelli di sicurezza. Problematiche già note da anni come dimostra il sopralluogo effettuato ad inizio marzo, in tempi non “sospetti”, a palazzo di giustizia dove il vicario del Questore Giuseppe Mariani, accompagnato da un componente della squadra di polizia giudiziaria della Procura, aveva verificato lo stato delle telecamere dell’impianto di videosorveglianza, ma anche delle barriere “cercametalli” che si trovano all’ingresso dell’edificio (sono attive quelle che controllano le persone, ma non quelle dedicate a borse e valigette).

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