Loano. Guerra al rumore, atto terzo. In principio fu il “Comitato civico loanese per la tutela del centro storico“, che nei giorni scorsi ha tappezzato la città con manifesti dai contenuti molto espliciti: “L’inquinamento acustico avvelena”. Un concetto contro il quale si era scagliato il consigliere comunale Giovanni Battista Cepollina, che da anni è il principale antagonista del Comitato: “L’unica parola che mi viene in mente è ‘demenziali’, vogliono distruggere l’economia cittadina riducendo il paese a un cimitero”.
“Poteva evitare l’ingiuria, rivolta al nostro manifesto ed evidentemente anche a noi – è la replica di Stefano Carrara Sutour, segretario del Comitato – anche perché non abbiamo inventato noi i parametri oltre i quali hanno inizio gli effetti patologici da inquinamento acustico, acquisiti dalla scienza medica e dalla normativa europea. Le ingiurie poi rimbalzano su chi le pronuncia e sarebbe meglio non adeguarsi al conformismo della gratuita offesa verbale che ha ormai invaso il linguaggio del dibattito pubblico”.
“Non siamo affatto contro la musica, anzi siamo musicofili – precisano – e neppure siamo dormiglioni, tutt’altro purtroppo. Siamo per la ‘libertà’ e la ‘salute’ compromesse dalla smodata amplificazione acustica: pensiamo che in casa propria ognuno abbia diritto di ascoltare ciò che gli piace quando e come gli piace senza essere obbligato a subire il fracasso esterno di presunte musiche a livello discoteca”.
“Il Turismo è un obiettivo primario di tutta la nostra azione – continua Carrara – basti pensare al nostro impegno di denuncia e di iniziativa per contrastare l’inquinamento del mare, per sollecitare gli interventi necessari a difesa del lido (manutenzione straordinaria della diga soffolta), per la cura degli spazi pubblici anche attraverso il progetto ‘Adotta il tuo spazio’ da noi promosso, affinché la città si presenti ai suoi ospiti gradevole e accogliente, a tutta l’azione per la conservazione e il ripristino dei beni monumentali”.
“L’idea di Bardineto è buona, non per noi che non vogliamo e non possiamo essere cacciati dalle nostre case, ma per i fracassofili che possono trovare negli ampi prati della ridente plaga spazi a distanza di sicurezza dalle abitazioni dove sbattere le amate sonorità, amplificate elettronicamente da sballo, fino all’alba. Si tratterà poi solo di ripulire il prato“, conclude il Comitato.