La spedizione no limits

Missione compiuta, Alessandro Beltrame ha scalato la “montagna senza nome” fotogallery

L’ultima parte della spedizione è stata quella più complicata, ma il ritorno è durato sedici ore

Cairo Montenotte. Missione compiuta: Alessandro Beltrame, il videomaker di Cairo Montenotte ha raggiunto la vetta della montagna senza nome dopo dieci giorni difficilissimi. “E’ stata una spedizione durata poco più di una settimana con vari campi avanzati. Eravamo accampati in mezzo al nulla nel Tien Shan nel Kirghizistan. Siamo andati in vetta e poi scesi in 16 ore. Rientro in notturna alle 23 con gli sci in mezzo alle slavine. E’ stata difficile anche la discesa su corde e soprattutto in mezzo alla neve di notte, ma alla fine possiamo dire che la missione è davvero riuscita. La vetta mai salita si chiama Jel Tegermen che in lingua Kirziga vuol dire mulino a vento per via delle condizioni meteo che ci sono sempre lassù”.

Come avete chiamato la vetta? “A me piace chiamarla 4 cuori, ma il motivo lo svelerò solo al mio rientro in Italia”.

Partito il giorno lo scorso 19 marzo dalla sua Cairo Montenotte, prima destinazione Torino, Alessando insieme a Paolo Rabbia e Marco Benini, entrambi cuneesi, è volato in Asia. Hanno organizzato una sfida impossibile: scalare in dieci giorni una montagna alta 4.800 metri dopo che Rabbia, quattro anni fa, aveva scoperto una via per raggiungere la vetta montagna che nessun alpinista, neppure i grandi come Messner avevano mai scalato. “Lassù abbiamo registrato un docufilm”, continua il racconto Alessandro Beltrame.

Attrezzati per affrontare condizioni al limite della sopravvivenza e con una buona dose di coraggio i tre amici hanno raggiunto il villaggio di Tien Shan dove la gente vive in condizioni di assoluta povertà e con stagioni segnate da tempeste di neve e di vento. Qui, il termometro, non riesce neppure ad indicare la giusta temperatura capace di crollare anche fino a meno 30, meno 40.
Sci ai piedi hanno iniziato la lunghissima camminata con un clima rigidissimo e probabilmente anche con condizioni meteo assolutamente proibitive.

“E’ stata soprattutto l’ultima parte della scalata quella più complicata: ghiaccio e roccia, neve e vento sono stati gli ostacoli che abbiamo dovuto superare”, dice Alessandro. Segue a distanza la spedizione valbormida-cuneese Alice, la figlia di Alessandro.

Affascinati dai viaggi e dall’avventura, tra discese delle mandrie di cavalli e yak dagli alpeggi, in quella natura incontaminata, Beltrame e i due amici cuneesi, ora sono sulla via del ritorno a casa, ma già stanno pensando ad un’altra impresa no limits.