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Slitta l’inizio del “trasloco” del carbone di Vado: operazione stoppata dall’Ispra

L'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale chiede una valutazione dei possibili effetti ambientali

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Vado L. Sarebbero dovute iniziare ieri le operazioni di trasferimento di una parte del carbone stoccato nella centrale di Vado Ligure che Tirreno Power ha venduto, attraverso un mediatore, alla società “A2A”, gestore dell’impianto di Monfalcone. Il trasloco invece è stato stoppato dall’Ispra che, di fatto, ha chiesto all’azienda di descrivere “tutti i possibili effetti ambientali” legati alla movimentazione del combustibile.

Prima di poter spostare il carbone, Tirreno Power dovrà quindi presentare una valutazione dell’impatto ambientale dell’operazione che tenga conto quindi anche del trasporto via gomma verso la destinazione finale. Una richiesta che, inevitabilmente, rallenterà l’inizio delle operazioni.

Il “trasloco” del carbone sembrava ben avviato: c’era stato l’ok del tribunale (dopo diversi sopralluoghi dei vigili del fuoco) ed era stato perfezionato l’accordo economico con l’acquirente. E invece il disco giallo è arrivato dopo aver comunicato ad Ispra, come prevede la procedura, che sarebbe avvenuta una “movimentazione di materiali incoerenti”. Alla lettera di Tirreno Power, spedita il 6 marzo, ha risposto il responsabile del servizio interdiparimentale per l’indirizzo il coordinamento e il controllo delle attività ispettive dell’Istituto, l’ingegner Alfredo Pini, che ha richiesto la valutazione ambientale.

L’azienda dovrà quindi “nel più breve tempo possibile” trasmettere all’Ispra e agli enti di controllo una “relazione nella quale sia indicata la quantità di carbone stoccata a parco prima delle operazioni di movimentazione indicate nella lettera e siano dettagliate le modalità di trasporto del carbone fino al sito di stoccaggio, indicando la quantità massima trasportata ogni giorno e descrivendo tutti i possibili effetti ambientali connessi alla suddetta movimentazione”.

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