Provincia. “Non c’è giorno che aprendo i nostri giornali non si trovi una denuncia di qualcuno, un cittadino singolo oppure un gruppo, contro la sanità ligure”. E’ un fiume in piena, Angelo Vaccarezza, nell’affrontare il tema della petizione a favore della Pediatria del Santa Corona, e più in generale della situazione in cui versano al momento i quattro ospedali liguri.
Tra reparti chiusi e i pronto soccorso declassati a punti di primo intervento, infatti, non c’è nessuno dei quattro plessi che in questo momento stia erogando un servizio all’altezza dei diritti dei pazienti, sostiene l’ex presidente della Provincia: “Quello che sta avvenendo oggi, la grande mobilitazione con raccolte di firme per difendere oggi questo presidio e domani quell’altro, ha motivazioni profonde. E’ di queste ore la petizione per la Pediatria, ma pensiamo anche alle disfunzioni dell’urologia del Santa Corona: problematiche che arrivano da lontano”.
“Era il 2008 e proprio a palazzo Nervi si votava il piano sanitario – ricorda Vaccarezza – Doveva avere l’assenso dei sindaci di questa provincia, e allora si perse un’occasione: quella di votare contro un piano sanitario che deaziendalizzava il Santa Corona”. Solo 5 sindaci su 69, infatti, si opposero a quel piano.
Il forzista lancia allora la sua proposta: “Oggi come allora noi ripetiamo che l’unica salvezza della sanità della provincia di Savona è il ritorno di un’azienda ospedaliera del Santa Corona ampliata al Santa Maria di Misericordia“. Un’unica azienda ospedaliera del Ponente, dunque, che contenga tutte le eccellenze “che ieri c’erano e oggi non ci sono più; che mantenga lo status di Dea di II Livello, l’unico alternativo al San Martino del Ponente della nostra regione, e che così maggiormente tuteli anche gli ospedali di Cairo e Savona”.
“Lo dicevamo ieri e lo diciamo oggi – insiste l’ex sindaco di Loano – lo diciamo in campagna elettorale, ma vogliamo fare qualcosa di più: chiediamo che tutti i candidati alle prossime regionali, e in modo particolari i candidati presidente, prendano l’impegno di far tornare Santa Corona e Santa Maria di Misericordia un’azienda ospedaliera. Sarà l’unico modo di salvaguardare la nostra sanità evitando sempre di rincorrere pezzi che ci stanno portando via”.
Anche perché, attacca Vaccarezza, la scelta di deaziendalizzare non si è mai tradotta in maggiore risparmio ed efficienza come sostenuto all’epoca dai fautori del piano: “Io credo che l’azienda sia stata chiusa per poter fare l’Agenzia Regionale della Sanità, quel gran carrozzone che costa qualche milione di euro e che non produce un servizio a un cittadino, ma produce poltrone. Meno poltrone, più letti negli ospedali: questo è quello che dovrebbe fare la sanità ligure, al posto di continuare ad accontentare i soliti noti mettendo per strada i loro pazienti”.