Loano. “Siamo alle comiche finali”. E’ tra il deluso e il soddisfatto (lui era stato uno dei primi a dirsi “contro”, del resto) l’assessore loanese Luca Lettieri.
Il fallimento del primo consiglio dell’Unione dei Comuni “Riviera delle Palme e degli Ulivi” a causa della mancanza del numero legale e anche e soprattutto a seguito della “secessione” operata dai Comuni della Val Maremola sembra confermare la “saggezza” della sua decisione di qualche mese fa di non votare l’adesione al sodalizio proposta al consiglio comunale di Loano.
In quella sede, dopo aver prospettato tutte le controindicazioni in un lungo intervento, Lettieri si era alzato ed aveva abbandonato l’aula lasciando ai suoi colleghi consiglieri l’onere di decidere se entrare o meno a far parte dell’Unione.
Gli avvenimenti delle ultime settimane (su tutti il distacco dei paesi di area pietrese e i mugugni del Comune di Borghetto) e il corollario del fallimento dell’assemblea convocata per ieri sera nella sala consigliare del palazzo civico borghettino suonano come il più classico “te l’avevo detto”.
“Prima – ricorda Lettieri – i dieci comuni della fu ‘Unione delle Palme e degli Ulivi’ hanno approvato con slancio ed entusiasmo il nuovo corso delle amministrazioni comunali: organizzazione di convegni, prese di posizioni piccate di sindaci contro esponenti delle minoranze che sollevavano dubbi e perplessità, uffici comunali (quelli loanesi) a redigere atti, convocare riunioni con amministratori, appianare i contrasti. Tempo e risorse sprecate. Dopo i comuni della Val Maremola si accorgono che tutto è sbagliato e tutto è da rifare. Come noto non ho partecipato alla votazione per la costituzione dell’Unione ed oggi, più di prima, sono convinto della giustezza della mia scelta”.
Diverse le motivazioni dietro la scelta di Lettieri: suddivisione sproporzionata dei compiti a carico di ciascun membro, risorse distribuite in maniera non corretta e, in ultimo, un “peso specifico” non sempre equo.
“Il personale è stata una delle questioni irrisolte che mi hanno spinto a dire no all’Unione – precisa Lettieri – Per non parlare della pesatura del voto all’interno della giunta (una testa un voto). Basterebbe informarsi sulle piante organiche del personale dei comuni per trovare alcune delle risposte alle paure dei sindaci ‘ribelli’. Da parte loro c’è stata troppa leggerezza ed avventatezza, errori che un amministratore, e a maggior ragione un sindaco, non dovrebbe commettere. Un fallimento sottolineato dall’assenza di molti amministratori al primo consiglio dell’Unione al punto da decretarne la mancanza del numero legale”.