Borghetto. Un divorzio nel divorzio che potrebbe rendere vano perfino l’esordio e minare gravemente la sopravvivenza dell’intero Ente, nonché i rapporti di buon vicinato tra paesi limitrofi. Domani sera la sala consiliare “Stefania Maritano” di Borghetto ospiterà il primo consiglio dell’Unione dei Comuni “Riviera delle Palme e degli Ulivi”.
Due soli i punti all’ordine del giorno: la convalida dei consiglieri (in tutto sono trenta: i sindaci dei dieci paesi più un consigliere di maggioranza e uno di minoranza di ciascun consiglio comunale) e l’elezione del primo presidente dello stesso sodalizio (che in un primo momento era stato indicato in Luigi Pignocca, sindaco di Loano che ha il maggior numero di abitanti).
A poco più di 24 ore dall’incontro d’esordio, però, la situazione è tutt’altro che definita. Se da un lato è ormai cosa certa la scelta dei Comuni della Val Maremola di “staccarsi” dall’Unione per dare vita ad un’altra unione più piccola e composta dai cinque paesi della valle, dall’altro pare che neppure i restanti membri della “Riviera delle Palme e degli Ulivi” siano poi così compatti. Anche Borghetto e Balestrino, infatti, pare siano orientati a staccarsi dal gruppo per dare vita (addirittura) ad un’unione a due in nome dell’appartenenza al territorio della Val Varatella.
Se così dovesse essere, quella che alla fine dell’anno scorso era l’Unione dei Comuni più grande della Liguria potrebbe ridursi ad avere poco più di 17 mila abitanti e a comprendere non dieci paesi ma soltanto tre, cioè Loano, Boissano e Toirano.
Le intenzioni di Gianni Gandolfo (sindaco di Borghetto) e di Gabriella Ismarro (primo cittadino di Balestrino) diventeranno esplicite soltanto in occasione della riunione di domani sera. La quale pure è tutt’altro che scontato che si tenga e che sia valida nei numeri. Infatti, se davvero i paesi della Val Maremola dovessero decidere di non presentarsi all’incontro (pare che a partecipare sarà solo Dario Valeriani quale sindaco del Comune capofila dell’eventuale unione della Val Maremola) e anche Borghetto e Balestrino scegliessero di non presenziare, allora alla riunione sarebbero presenti meno della metà dei consiglieri e quindi la seduta non sarebbe valida.
Se ciò dovesse verificarsi, l’assemblea verrebbe convocata per altre due volte. Se anche nelle due successive occasioni, però, la sala dovesse andare disertata, allora scatterebbe il commissariamento.
Un’ipotesi che il presidente pro-tempore dell’Unione Luigi Pignocca non vuole nemmeno prendere in considerazione: “Proseguiamo come da prassi – commenta tra il fiducioso e il cauto – Vedremo domani sera chi parteciperà all’assemblea. Solo in quella sede decideremo il da farsi”.