Sanità, è sempre polemica sui primari. Cgil, Uil e FutureDem (Pd): “Mantenere l’esclusività nelle strutture pubbliche”

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Liguria. Fa discutere la proposta di legge che cancella il rapporto esclusivo dei primari nelle strutture sanitarie pubbliche. E’ di oggi l’affondo dei sindacati Cgil e Uil, che affermano: “Forse sarebbe più utile affrontare il problema della ressa di cittadini che quotidianamente affolla le sale d’attesa dei pronto soccorso oppure quello della carenza di posti letto dovuta a ricoveri inappropriati che spesso costringono al rinvio di interventi chirurgici già programmati. Sarebbe interessante sapere cosa stanno facendo i primari per affrontare queste situazioni intollerabili e sarebbe necessario che la Regione chiedesse loro uno sforzo maggiore anziché occuparsi di togliere i vincoli all’esercizio della libera professione”.

“Invece, ci viene spiegato che con la ‘liberalizzazione’ si eviterebbero le fughe in altre regioni attraendo nelle nostre strutture cittadini non liguri. Sembra una giustificazione strumentale, poiché già oggi, gli stessi medici che svolgono la libera professione intra moenia, non riescono a limitare le fughe. Il timore è che i Primari, agendo in autonomia e con tariffe non concordate con le Asl, senza vincoli e controlli, determineranno una ricaduta negativa anche sulla programmazione regionale e sul costo del servizio all’utenza”.

“Questa norma, mentre le persone devono far fronte a gravi situazioni economiche, servirà solo a chi potrà pagare tariffe più alte di quelle offerte oggi in intra-moenia, comprimendo ulteriormente l’attività istituzionale”, si legge nella nota di sindacati, secondo cui siamo di fronte ad una proposta di difesa corporativa che risponde ad interessi di lobby e non risolve i problemi che hanno i lavoratori.

“Per questo e per il rispetto dovuto a quei medici che credono nella sanità pubblica e si impegnano per garantire la qualità, pensiamo che la Regione dovrebbe ritirare la proposta” concludono Cgil e Uil.

Ma sul tema ecco le dichiarazioni del movimento FutureDem del Pd, che si schiera dalla parte dell’assessore regionale alla salute Claudio Montaldo nella diatriba interna al partito Democratico dopo la proposta avanzata dal consigliere Valter Ferrando per l’eliminazione del vincolo di esclusività per l’esercizio della professione medica per i primari delle strutture sanitarie pubbliche: “La Liguria è una delle 5 regioni rimaste ad applicare la legge Bindi del 1999 che prevede la corresponsione di circa 1500 euro di indennità proprio per far si che i primari delle strutture pubbliche dedichino il loro tempo alla cura dei pazienti con costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale. E’ assai curioso che un’Amministrazione di centrosinistra voglia applicare la legge Sirchia, Governo Berlusconi del 2004, che permette ai primari di svolgere attività privata. La scusa di fermare l’emorragia dei primari, diretti verso altre Regioni ove è permessa l’attività extra moenia non regge, e regge ancora meno la motivazione di poter snellire le liste d’attesa, data la necessità di maggior personale sanitario nelle strutture pubbliche”.

“I primari delle strutture pubbliche devono poter garantire a tutti i cittadini un servizio di qualità e a tempo pieno, per noi non ci devono essere pazienti di serie A, a pagamento, e pazienti di serie B, serviti dal SSN. E non troviamo nemmeno corretto che un professionista possa usare una struttura pubblica per implementare il proprio numero di pazienti privati” continuano gli esponenti di FutureDem.

“Si pongono inoltre ulteriori rilievi di opportunità deontologica e politica: Ferrando è un primario in aspettativa, quindi interessato dalla modifica legislativa che propone”.

“L’ulteriore rilievo politico che noi ravvisiamo è la fretta con cui l’amministrazione regionale si appresta a far passare tale provvedimento con i voti di parte dell’opposizione di centrodestra, il che ci pone degli interrogativi sulla chiarezza dell’azione politica della maggioranza, in particolare in vista delle prossime elezioni regionali”.