Val Maremola. Dopo il passo indietro dei comuni della Val Maremola, che hanno deciso di staccarsi dall’Unione dei Comuni “Riviera delle Palme e degli Ulivi” presentata tre mesi fa insieme a quelli della Val Varatella, non tardano ad arrivare le reazioni di chi, a quella Unione, non credeva.
La prima a tuonare contro quello che definisce “l’ennesimo flop” è Carla Mattea, che a Pietra Ligure mette nel mirino l’amministrazione Valeriani: “Non più tardi di due mesi fa Valeriani sosteneva l’ importanza e la sicura utilità di unire i comuni del comprensorio, con capofila Loano – ricorda l’ex assessore provinciale – Oggi assistiamo ad un dietrofront, peraltro giustificato maldestramente. Rendersi conto solo ora, a giochi fatti, che le scelte operate non erano quelle giuste, conferma la mancanza di una visione equilibrata, quale invece doveva essere l’unione dei soli territori della Val Maremola con Pietra Ligure capofila”.
“Non ci sono giustificazioni – accusa Mattea – Le incertezze decisionali che connotano il sindaco non fanno onore alla città e ai pietresi che l’hanno sostenuto“. Quella dell’Unione dei Comuni, secondo la capogruppo di “CentoXCento Pietra”, è solo l’ultimo passo di un “valzer” da parte della maggioranza: “La sostituzione del capogruppo (Negro, poi Fontana e ora Luciano); la retrocessione di un assessore (Luciano) a consigliere con revoca delle deleghe; la promozione di Amandola, già ‘super consigliere delegato’; lo scambio di deleghe tra assessori. Più che un valzer, sembra ‘il ballo con la scopa’. E ci si è dimenticati invece della situazione dei debiti fuori bilancio, dell’appalto Ata e il ricorso di Tecnoservice, e della ‘continuità’ con l’amministrazione De Vincenzi”.
“Alla luce di quanto sta succedendo – conclude Mattea – rimane forte la preoccupazione sulle scelte future che l’aspettano, innanzitutto sul Santa Corona. Alla dichiarazione ‘abbiamo fatto una scelta coraggiosa’, noi rispondiamo che l’unica scelta coraggiosa sarebbe quella di dare le dimissioni immediate“.
Dichiarazioni al vetriolo anche da parte di Ivano Rozzi, ex sindaco di Giustenice ed ora in minoranza. “Nel mio intervento al consiglio comunale di costituzione dell’Unione avevo già previsto e motivato le ragioni di un fallimento di una aggregazione così vasta – ricorda – Tra l’altro si nota come siamo governati in questa fase da una serie di dilettanti allo sbaraglio, privi di una vera visione di futuro per i nostri comuni, ma soprattutto più attenti a soddisfare il proprio orgoglio personale che ideare vere scelte da contrapporre alla pericolosa deriva economica e di disagio sociale che avanza”.
“Si avverte come l’inesorabile aumento della tassazione locale messo in atto non sia compensato da alcun provvedimento amministrativo – insiste Rozzi – Tra l’altro, il comprensorio dei sindaci della Valmaremola ha aderito all’area Pd di Raffaella Paita in modo pressoché totalizzante ponendo questo territorio, tradizionalmente moderato, nel novero di quei comuni le cui decisioni vengono prese dai segretari di partito di area Pd e da interessi genovesi e, perché no, anche savonesi”.
“L’Unione allargata ai 10 comuni è fallita anche perchè l’accordo Valeriani-Devincenzi / Vaccarezza ( che ricordo essere rappresentato da persone vicine ai soggetti e trasversalmente presenti in entrambi i centri) con l’avvicinarsi delle Regionali avrebbe creato non pochi problemi”, conclude Rozzi.
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