Varazze. Sono due le aziende interessate all’acquisto del piazzale e delle attrezzature dei cantieri ex Baglietto di Varazze e ad assorbire i lavoratori dello stabilimento nautico. Si tratta della Marina di Varazze e l’Alfa Shipyard che ha sede sempre nello stesso approdo turistico del levante savonese.
Hanno manifestato interesse per il piazzale operativo, per i mezzi e le attrezzature rimaste e i quindici dipendenti che, in cassa integrazione dal giugno 2010 al 31 dicembre scorso, hanno ottenuto la proroga a ricevere gli ammortizzatori sociali fino a maggio.
Questa mattina Rsu, sindacati e sindaco Alessandro Bozzano hanno incontrato in Comune i vertici dell’Alfa Shipyard, quindi i vertici della Marina di Varazze nella loro sede operativa nello scalo turistico.
“I colloqui avuti con le due realtà sono stati significativi – spiega Gianni Mazziotta, segretario della Uilm – Siamo dunque moderatamente soddisfatti per l’interesse manifestato da parte delle due aziende. Ci hanno chiesto quanti lavoratori sono ancora in cassa integrazione e le modalità di impiego una volta che sarà definita la partita del ramo d’azienda. Al momento non possiamo dire quali delle due aziende ha presentato l’offerta migliore anche perché non conosciamo il piano industriale. Tra l’offerta può essere perfezionata pur mancando ancora quattro giorni alla scadenza”.
Alla Sezione fallimentare del tribunale di Spezia (sede legale della Baglietto Snc.), salvo imprevisti, arriveranno due proposte di altrettante aziende tentate allo storico stabilimento varazzino. Le documentazioni saranno consegnate ai commissari giudiziali per le valutazioni di merito e quindi al commissario liquidatore Federico Galantini.
Il bando a offerta libera non significa che può essere accettata qualsiasi proposta, anche a cifre elevate. Di conseguenza, chi avanza la domanda dovrà rispettare parametri ben precisi, in primis l’integrazione di tutto il personale, quindi l’intendimento ad “acquisire” i beni a uso industriale, poiché nelle aree cantieristiche non è consentita altra destinazione. E su questo punto è categorico il Comune e trova d’accordo anche i sindacati e la Rsu. Per i capannoni, invece, il Comune ha esercitato solo la richiesta di prelazione per non accollarsi spese di gestione e acquisto (due milioni), fin quando non sarà chiaro chi e se ci sarà un nuovo proprietario.