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Loano, una "riffa pro pelosi" per aiutare i randagi

Loano. Una tonnellata e 335 chili già consegnati e altrettanti pronti a partire. Duecento premi messi in palio gratuitamente da decine di persone e attività commerciali per un valore complessivo di oltre duemila e 500 euro. Una rete che copre mezza Liguria e formata da decine di volontari e che ha permesso di aiutare animali dal nord al sud Italia (isole comprese).

Ha assunto a tutti gli effetti il rango di fenomeno di massa l’iniziativa messa in piedi da Betti Bellani, titolare insieme al marito Paolo Castellucci della storica “Ottica Berto” di via Ghilini a Loano e animalista convinta.

Un mese e mezzo fa Betti ha deciso di far partire una lotteria dal funzionamento molto particolare: i biglietti non si comprano con i soldi ma con il cibo per animali. Ogni mezzo chilo di scatolette o crocchette dà diritto ad un ticket che, se fortunato, permette di portarsi a casa un premio.

“Ho coinvolto amici e colleghi commercianti – racconta Betti Bellani – Ognuno di loro ha offerto qualcosa: i ristoratori hanno messo in palio una cena o una pizza, i baristi una serie di colazioni, le parrucchiere una o più messa in piega, le estetiste massaggi o trattamenti di bellezza e via dicendo”.

I premi hanno toccato ora quota duecento, per un valore complessivo di duemila e 500 euro. Ma a fare impressione non è tanto il dato materiale, quanto l’impatto che l’iniziativa ha avuto su Loano e non solo.

“Siamo partiti ‘piano’, coinvolgendo amici e conoscenti – spiega ancora Betti – Ma già dopo una settimana sono stata contattata da tante altre persone che abitano e lavorano fuori da Loano. Spesso addirittura fuori dalla Liguria. Qualcuno si è offerto di donare altri premi, qualcuno di acquistare decine di biglietti. Altri ancora si sono offerti volontari per dare una mano a raccogliere il cibo o per distribuirlo”.

In un mese e mezzo la rete ha assunto proporzioni colossali: “Copriamo tutta la provincia di Savona fino a Genova. Ho vari ‘collaboratori’ che mi danno una mano a smistare le offerte in tante città. E a donare non sono soltanto persone comuni: di recente siamo riusciti a coinvolgere anche le scuole di Loano, Boissano ed Albenga”.

Tutto per aiutare gli animali: “Abbiamo donato cibo a tantissimi canili e gattili e gattare di tutta la provincia di Savona, di Genova, di Milano e addirittura di Agrigento. Un risultato straordinario che è andato ben al di là delle più rosee previsioni. E manca ancora un mese e mezzo all’estrazione”.

L’obiettivo, ovviamente, è andare ancora più in là: “Il dato strettamente numerico, cioè la quantità di cibo raccolto o il numero o il valore dei premi, di certo sorprende. Ma ciò che veramente stupisce e riempie di felicità è vedere il grande impegno, la disponibilità e l’energia di chi ogni giorno mi dà una mano a portare avanti questa iniziativa. Il lavoro da fare è tantissimo. Bisogna raccogliere le adesioni, verificarle, raccogliere il cibo e i premi e organizzare il trasporto del materiale. Tutto ciò è fatto da volontari che non hanno altro interesse se non quello di aiutare gli animali. Questo è senza dubbio l’aspetto più importante e sorprendente”.

Ma Betti Bellani non si è limitata al cibo: “Raccogliamo anche medicinali per animali. A volte capita che un cane o un gatto esaurisca la terapia prima di finire le confezioni di farmaci. Noi raccogliamo gli ‘avanzi’ e li distribuiamo dove c’è più bisogno”.

Le iniziative pro-pelosi di Betti Bellani non si limitano a quest’ultima lotteria. Negli ultimi mesi ha scritto due libri umoristici e autobiografici (“Le avventure dei Berto’s” e “Le avventure dei Berto’s 2.0”) che ha venduto per raccogliere fondi per acquistare altro cibo da donare alle strutture e ai volontari che curano gli animali randagi o malati e ha organizzato due aste che mettevano in palio rispettivamente opere d’arte e borse. Le offerte e i rilanci, ovviamente, erano a colpi di scatolette e di croccantini.

Un impegno costante e molto creativo. Che trova la migliore spiegazione nella frase di Alphonse Toussenel che la stessa Betti Bellani ha voluto ricordare in entrambi i suoi libri: “In principio Dio creò l’uomo. Poi, vedendolo così debole, gli donò il cane”.