Savona. Si è chiuso con una remissione di querela ed una sentenza di non luogo procedere il processo a due dipendenti “infedeli” della ditta “Anselmo Srl” di via Quiliano a Savona. A giudizio c’erano un sessantenne albanese, D.B., residente a Savona, e un cinquantenne marocchino, A.M., residente a Carcare, che ad inizio gennaio erano stati arrestati dai carabinieri del Nor che stavano indagando sui furti all’interno della ditta specializzata nella raccolta e nel riciclo di rifiuti speciali.
Secondo quanto veniva contestato, approfittando della loro condizione di dipendenti, i due cittadini stranieri portavano via pezzi di ricambio (come catalizzatori e marmitte) e carburante dai magazzini della Anselmo. Accuse che sono cadute visto che il titolare dell’azienda (tutelato dagli avvocati Massimo Badella e Amedeo Caratti), dopo aver raggiunto un accordo con gli imputati per la forma di risarcimento, ha deciso di rimettere la querela.
I furti nell’azienda di via Quiliano erano iniziati già nel mese di novembre. Nel giro di poche settimane era sparito di tutto: marmitte catalitiche, rame, materiale proveniente dalle demolizioni e gasolio. I titolari della ditta quindi avevano chiesto aiuto ai carabinieri che indagando sui furti avevano identificato i responsabili.
Oltre ai due arrestati i militari avevano denunciato anche un terzo dipendente V.M., 35 anni, di Bormida, che secondo gli investigatori tra novembre e dicembre scorso, come i colleghi, aveva messo a segno diversi furti a danno del suo datore di lavoro. Per lui però non erano scattate le manette perché gli uomini dell’Arma non lo hanno colto in flagranza.