Economia

Commercianti savonesi morosi con gli affitti, raffica di cause in tribunale

cartello negozio chiusura cessata attività

Savona. Alla signora Giulia Tarditi l’hanno comunicato questa mattina. “Non si è mai preparati abbastanza, anche se sapevo che prima o poi sarebbe dovuta arrivare”, dice tra le lacrime. Le procedure per lo sfratto nel suo negozio in centro a Savona, erano in corso da tempo, “ma si spera che quel momento, quello in cui vengono a bussarti alla porta, non arrivi mai”. Giulia, come decine di altre persone in provincia, è stata sfrattata perché morosa.

Scene di ordinaria quotidianità a Savona non solo per commercianti in crisi, ma anche per famiglie che non riescono a pagare gli affitti: si mettono in coda in Comune e chiedono notizie sulle liste d’attesa per avere un alloggio. Sono giovani coppie, ma anche anziani. Molti non riescono più a onorare il mutuo. Non c’è solo gente disperata, ci sono molti giovani precari, anziani che senza la crisi avrebbero avuto una vecchiaia povera sì, ma dignitosa.

L’emergenza sfratti, (ri)esplosa all’inizio dell’anno rischia di diventare incontrollabile. “Per un cliente – afferma l’avvocato savonese Mauro Cerulli – ho dovuto avviare alcune cause di sfratto per morosità contro alcuni inquilini che non pagavano. Ripeto: sono stato costretto a farlo perché viceversa il mio cliente avrebbe dovuto pagare le tasse su affitti non percepiti. Si tratta di commercianti in crisi costretti ora ad abbassare la saracinesca. Non avevamo altra scelta se non quella di fare la causa”.

E non sarebbe l’unico legale alle prese con le cause per affitti non percipiti, ma che comunque vanno dichiarati. Al fenomeno dominante degli sfratti per morosità, si è poi aggiunto in queste settimane il caso di chi non ha trovato accordo con la proprietà.

Ed ecco allora che il legale savonese Mauro Cerulli precisa: “L’affitto di immobili commerciali è ancora regolato dal famigerato equo canone. I contratti durano sei anni e si rinnovano automaticamente alla prima scadenza. Il canone è stabilito liberamente, ma per i primi 12 anni resta fisso. L’unico aggiornamento avviene sulla base dell’indice Istat”.

Vi sono per due sono le soluzioni d’affitto. Per non restare vincolati a un affitto troppo basso si può stipulare un contratto che lega il canone al fatturato del negozio. Funziona con inquilini in grado di certificare il bilancio, ma è sconsigliato con piccole società o persone fisiche. Per agevolare un negoziante all’inizio della sua attività, con un affitto ridotto, da aumentare quando gli affari iniziano ad andar meglio, si può stabilire un canone a regime e riconoscere uno sconto per i primi tempi. In pratica bisogna scrivere sul contratto che l’affitto è, per esempio, di mille e 500 euro al mese, ma che per il primo anno c’è uno sconto di 500 euro.