Genova. Tre anni di patto di sussidiaretà, dal 2012 al 2014, in campo penale. L’assessore alle politiche sociali Lorena Rambaudi ha fatto il punto sulla situazione delle carceri liguri. L’occasione è stata il convegno “Reclusi – Inclusi: interventi sociali in ambito penale” tenutosi in mattinata alla Biblioteca Berio di Genova.
“Un momento seminariale di riflessione a fine mandato, non solo per presentare gli interventi sociali collegati al carcere, alle persone messe alla prova e a quelle recluse e realizzati, con ottimi risultati, in questi anni, ma anche per confrontarsi, apportare eventuali correttivi e lanciare nuove idee e progettualità per i prossimi anni”, ha spiegato Rambaudi.
Utilizzando lo strumento dei patti di sussidiarietà, previsto dalla normativa nazionale, è stata creata una rete con tutti i soggetti del terzo settore che operavano già dentro e fuori le carceri per realizzare progetti ed interventi per migliorare la qualità della vita delle persone recluse e agevolare il loro reinserimento sociale.
Grazie alla rete, gli operatori hanno impostato il lavoro su un sistema complessivo progettuale e non su singoli progetti, riuscendo così a mettere in campo interventi concreti e mirati con un costo medio ad intervento molto basso rispetto al rapporto tra risorse complessive utilizzate e persone coinvolte.
In tre anni 5 mila 612 beneficiari totali: quattromila beneficiari diretti (persone detenute, in esecuzione penale esterna e in misura alternativa, 3 mila 613 maschi e 391 femmine, 3 mila 915 adulti e 89 minori, duemila e 43 italiani e mille 961 stranieri, duemila 38 beneficiari con attività dentro le carceri e mille 966 beneficiari con attività fuori le carceri) e mille 608 beneficiari indiretti (familiari di persone sottoposte a misure penali o ex detenuti).
Alla rete nel 2014 hanno aderito 20 enti del terzo settore (31 nel 2012 e 28 nel 2013). Sono state coinvolte tutte le carceri liguri. Principali tipologie di attività svolte: informazioni e consulenza, colloqui individuali e ascolto, sostegno rete famigliare, mediazione penale, laboratori, attività sportiva e artistica, supporto scolastico e formativo, residenzialità, inclusione lavorativa. Suddivisione territoriale degli interventi: 67 per cento Genova e Tigullio, 16 per cento Imperia, 9 per cento La Spezia, 8 per cento Savona.
“Il progetto ‘Tutte le abilità al centro’, finanziato dal fondo sociale europeo 2007/2013 – spiega Rambaudi – costituisce un intervento regionale di respiro particolarmente ampio ed è finalizzato a dar vita a progetti integrati, da attivare sui territori provinciali, volti ad offrire ai soggetti svantaggiati esperienze innovative e personalizzate di accompagnamento permanente al lavoro e di reale integrazione nei processi produttivi, con l’obiettivo di consolidarne la presenza sul mercato del lavoro e di creare, per gli stessi, nuova occupazione, intervenendo su più fronti in una logica di sistema. Sono stati finanziati 10 progetti che coinvolgono soggetti in esecuzione penale o ex detenuti, per un totale di circa 900 destinatari”.
“Gli interventi sono di carattere integrato e quindi sono state attivate più tipologie di azioni concatenate tra loro e finalizzate all’inserimento socio lavorativo dei destinatari: orientamento, bilancio di competenze, counseling, formazione, laboratori protetti, work experience, inserimento lavorativo (con sostegno e tutoraggio), creazione di nuove imprese/rami di azienda. A livello nazionale oggi la Liguria è vista come un modello di riferimento, grazie agli interventi di inclusione sociale e cittadinanza attiva messi in campo. Sono stati coinvolti circa 90 ragazzi”.