Albenga. “Se due commercianti o artigiani, o commerciante e artigiano, volessero aprire ognuno una propria partita IVA, condividendo l’affitto di un locale, per svolgere due distinte attività di commercio/artigianato nel medesimo locale, ad Albenga la norma non lo consente”. A sollevare il problema sono i consiglieri comunali di Forza Italia Albenga Eraldo Ciangherotti e Ginetta Perrone, commentando la mozione al consiglio comunale presentata questa mattina in merito al commercio ingauno.
“Non si può suddividere il locale commerciale/artigiano in aree di commercio in capo all’una o all’altra partita iva, distinguendo le zone merceologiche e le eventuali vetrine, ma condividendo il servizio della toilette – spiegano – Ad Andora, a Laigueglia e ad Alassio il problema non sussiste: sono presenti esercizi commerciali che condividono lo spazio di un immobile, anche nella modalità di un bar insieme ad un fiorista. Perché Albenga non può essere come queste realtà vicine? Forse noi siamo più furbi?”.
“Porteremo in Consiglio Comunale una mozione – prosegue la nota dei due forzisti – affinché l’amministrazione comunale, di concerto con le associazioni di categoria, valuti l’assunzione di tutte le iniziative ed i provvedimenti di propria competenza per poter consentire la convivenza di partite IVA distinte in un medesimo locale commerciale, condividendo i servizi accessori. Non sarebbe la panacea di tutti i mali, ma sarebbe una prima risposta, un inizio, per far vedere che noi non ci arrendiamo. Una goccia nel mare: ma se non lo facessimo, il mare avrebbe una goccia in meno”.
“La morsa della crisi economica continua a farsi sentire, anche nella nostra bella città – insistono Ciangherotti e Perrone – Basta fare una passeggiata per le vie di Albenga, anche in pieno centro, per registrare le serrande abbassate di esercizi commerciali, anche storici, che cominciano a non rialzarsi più. Sono sempre meno quelli che ce la fanno, che tengono duro: ma a che prezzo? Occorre studiare accorgimenti, e subito, per favorire il commercio. Per portare ossigeno alle partite IVA sofferenti. Occorre sburocratizzare le norme ingessate, far muovere l’economia. Altrimenti è la fine, per tutti”.
“In attesa che il governo faccia qualcosa (se mai farà qualcosa), noi, nel nostro piccolo, possiamo iniziare a dare un segnale. Lanciamo un appello a tutte le forze politiche della città: meno tasse, meno burocrazia. Bisogna promuovere un tavolo del commercio con le Associazioni di categoria, per favorire, con normative più snelle, il difficile iter di apertura o mantenimento in vita di un esercizio commerciale. Partendo dalle imposizioni più banali che vanno contro le partite IVA appunto. Come il divieto di promiscuità di differenti attività commerciali con diverse partite iva all’interno dello stesso immobile”, concludono i due consiglieri ingauni.