Savona. Aver diffamato il “papà” della trasmissione “Striscia la notizia”, ovvero Antonio Ricci. E’ l’accusa contestata ad un avvocato romano, Vittorio Marinelli, legale e responsabile di alcune associazioni di consumatori, che questa mattina è stato rinviato a giudizio dal gup Francesco Meloni.
La querela era partita proprio da Ricci e faceva riferimento ad alcune affermazioni pronunciate da Marinelli durante una puntata della trasmissione “Cominciamo bene” su Raitre. Il procedimento inizialmente era stato archiviato dal pubblico ministero Daniela Pischetola, ma il popolarissimo autore televisivo albenganese aveva presentato opposizione al provvedimento e il gip Fiorenza Giorgi aveva accolto l’istanza inoltrando gli atti alla Procura affinché venisse contestato il reato di diffamazione nei confronti dell’avvocato romano. Il caso stamattina è tornato in udienza preliminare dove il gup Meloni ha disposto il rinvio a giudizio fissando l’inizio del processo ad aprile.
L’episodio finito al centro della querela risale al 12 gennaio 2010 quando nella trasmissione tv di Raitre era intervenuto Marinelli. Secondo l’accusa di Ricci, il professionista l’aveva attaccato sostenendo che, nelle sue campagne contro maghi e guaritori, non venivano coinvolti quelli che erano anche inserzionisti di Mediaset .
Un’affermazione che non era proprio andata giù al patron di Striscia che, al contrario, ha sostenuto di non aver mai “guardato in faccia nessuno”. Per dimostrarlo il difensore di Ricci, l’avvocato Pino di Milano, aveva anche allegato alla documentazione consegnata al giudice due registrazioni del tg satirico di Canale 5, risalenti al 2002, nelle quali venivano smascherati due presunti maghi imbroglioni inserzionisti di Mediavideo (il servizio teletext di Mediaset nel quale compaiono anche pubblicità a pagamento). Un elemento che, secondo il noto autore tv, proverebbe che la dichiarazione dell’avvocato Marinelli (difeso dal legale Roberto Suffia) era stata lesiva della reputazione della trasmissione di Ricci e del suo staff.