Savona. Tutti uniti con Raffaella Paita, senza dimenticare quanto accaduto alle primarie, nel bene e nel male: questo l’accordo scaturito questa mattina dalla direzione provinciale del Pd, che in una lunga discussione ha “tirato le fila” di quanto accaduto a gennaio in seno al partito per poter ripartire, tutti insieme, verso la campagna elettorale per le regionali.
Un incontro a Valleggia, alle ore 10, per parlare di ciò che è stato e, soprattutto, di ciò che sarà. “E’ emerso un giudizio condiviso, e questo mi pare rilevante, sul fatto che le primarie abbiano rappresentato una grande occasione di partecipazione, poiché hanno votato 55.000 elettori – fa notare Nino Miceli – ed una unanimità nell’impegno nel sostenere la candidatura di Raffaella Paita, scelta da queste primarie, in tutto il partito e in tutte le sue articolazioni”.
Nel mezzo tra questa premessa e questa impegnativa, però, c’è stata una lunga discussione anche sugli elementi che hanno caratterizzato il post-primarie, riguardante i presunti brogli e voti “pagati” vagliati dalla commissione di garanzia. “Abbiamo parlato di questo, ma anche del fatto che occorra un coinvolgimento pieno delle persone dei circoli nella gestione della prospettiva politica e del profilo con cui ci si presenta alle elezioni, ad esempio il tema delle alleanze. La sostanza politica però è che tutti insieme riconosciamo che è stato un grande episodio di democrazia nonostante questo dibattito e questi limiti, e tutti insieme diciamo che il nostro candidato è Raffaella Paita”.
“Oggi la discussione è stata complessa – concorda Fulvio Briano, segretario provinciale del Pd – Si parte dal presupposto che l’analisi di ciò che è accaduto l’11 gennaio non può essere sottovalutata: in questi giorni abbiamo ascoltato molti simpatizzanti perplessi per come si sono svolte le primarie. Da lì partiamo perché, se è pur vero che viene riconosciuta la candidatura di Raffaella Paita, è anche vero che non si può sottovalutare il malcontento diffuso tra i nostri sostenitori che chiedono chiarezza sullo strumento delle primarie e su come intendiamo condurre la prossima campagna elettorale”.
Da qui si parte, dunque, con un percorso di ascolto della base del partito: “Apriamo ad assemblee di iscritti in tutti i circoli del Pd savonese – rivela Briano – e da lì iniziamo a raccogliere tutti i suggerimenti e le critiche che i nostri iscritti vogliono portare alla nostra attenzione, e con questo percorso andare a contribuire alla campagna elettorale di Paita in modo che possa essere davvero condivisa da tutto il partito. Non sottovalutiamo l’importanza di ascoltare i nostri iscritti”.
Finito il duello per il candidato presidente, c’è il rischio che cominci quello per le liste: “Questa è una discussione che oggi non è assolutamente al centro della nostra attenzione – taglia corto Miceli – Ovviamente la faremo: si tratterà come sempre di costruire una lista che tenga conto di un equilibrio di rappresentanza dei territori, genere e sensibilità politiche. Sono convinto che lo faremo anche in questo caso e che con quella squadra sapremo presentarci alle elezioni”.
C’è il rischio che quanto accaduto alle primarie si trascini anche in quelle liste, con la contrapposizione tra paitiani e cofferatiani? “Il dibattito delle primarie è chiuso e le liste non c’entrano nulla con questo dibattito – chiarisce Miceli – ovviamente le liste rispecchieranno tutto, anche le sensibilità politiche, ma quello che ci interessa oggi è chiudere una pagina anche complessa ma di cui però in una certa misura dobbiamo essere orgogliosi. Dobbiamo riuscire a restituire dignità e forza ai 55.000 elettori che hanno partecipato alle primarie, cancellando, senza negarle, le storture che ci sono state e isolando chi quelle storture ha prodotto”.
In ogni caso la discussione sulle candidature è ancora distante, avverte Briano: “Io non condivido in questa fase che si possa dimensionare la discussione a una guerra di candidature. Se facciamo così significa che non abbiamo capito il momento che stiamo attraversando come partito. Secondo me dobbiamo affrontare questioni di merito, le candidature possono aspettare: per questo ho trovato inopportuna l’uscita di Luigi De Vincenzi che si autocandida proprio nella giornata in cui il partito è qui a discutere di questioni di merito e di problemi. Secondo me è una cosa da rimarcare: dobbiamo dire ai cittadini che in questo momento non stiamo pensando alle poltrone o ai posti in lista, ma solo ai loro problemi”.