Vado Ligure. “Inspiegabile come i ministeri dello Sviluppo Economico, del Lavoro e particolarmente dell’Ambiente ancora non abbiano trovato una soluzione ad un problema che, dal nostro punto di vista, appare di non difficile soluzione”. Emilio Miceli, Carlo De Masi, Paolo Pirani, segretari generali di Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec-Uil, scrivono così in una lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi: argomento, naturalmente, la vertenza Tirreno Power, con un impianto a carbone della centrale elettrica di Vado Ligure sotto inchiesta da parte della magistratura e l’azienda in attesa di una nuova AIA che consenta di riprendere la produzione.
“Dallo scorso 11 marzo 2014 – scrivono i sindacati – siamo stati costretti ad utilizzare diverse tipologie di ammortizzatori sociali, per limitare i danni ai lavoratori coinvolti: su 525 lavoratori, 126 sono stati messi in mobilità e al restante personale sono stati applicati i contratti di solidarietà, nonchè la Cassa integrazione ordinaria”.
Nella lettera i segreatari sindacali ricordano però che “la centrale di Vado non ha mai superato i limiti inquinanti previsti dalla legge, come del resto affermato anche dal Giudice; dalla chiusura della centrale ad oggi, la qualità dell’aria, che non ha mai evidenziato criticità, è rimasta sostanzialmente identica anche ad impianto fermo e ciò è in evidente contrasto con il presupposto della consulenza della Procura per la quale la stessa centrale è la principale causa di inquinamento del territorio; l’Azienda continua a manifestare la volontà di investire sull’impianto di Vado ed è disponibile a raggiungere i più bassi livelli emissivi presenti in Italia per centrali similari, in linea con le indicazioni in materia di clima ed energia indicate dalla Commissione Europea”.
Tutti buoni motivi, concludono i sindacati, che fanno appunto apparire “inspiegabile” il protrarsi della vicenda Tirreno Power.