Provincia, stato di agitazione di lavoratori e dipendenti: presidio in Consiglio regionale

Provincia - Palazzo Nervi

Liguria. Presidio domani dei lavoratori e dipendenti delle Province liguri in Consiglio regionale in occasione degli “Stati Generali” convocati per le ore 11:00, quando, dopo l’ultima riunione dell’osservatorio, Regione, Province, Comuni capoluogo si confronteranno davanti agli altri rappresentanti della comunità locale per individuare soluzioni condivise ai problemi aperti dall’attuazione della L. 56 sul riordino di Città Metropolitana, Province e Comuni.

“I gravissimi tagli imposti alle autonomie locali dalla legge di Stabilità in discussione al Senato, hanno indotto la Regione Liguria a promuovere la mobilitazione delle Autonomie Locali, coinvolgendo i Parlamentari liguri e gli altri Enti pubblici operanti sul territorio in un confronto aperto, come da tempo le organizzazioni sindacali hanno rivendicato in ogni sede” affermano i sindacati Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl Liguria.

Le organizzazioni sindacali hanno nel frattempo ottenuto dai lavoratori il mandato a dichiarare lo stato di agitazione per la gravissima preoccupazione sul futuro dei servizi effettuati e dei relativi posti di lavoro, in partecipate assemblee che si sono già svolte a Savona, Imperia e La Spezia, e che si svolgeranno a Genova nei prossimi giorni.

Le organizzazioni sindacali non rinunciano a rivendicare il pieno rispetto della normativa esistente, e ricordano che la Legge 56 prevede il trasferimento di tutto il personale della Provincia di Genova alla Città Metropolitana (c. 47) e che il personale trasferito dalle altre Province mantiene la posizione giuridica ed economica (c. 96).

“La responsabilità di adempiere a tale impegno, pur nella consapevolezza della scarsità di risorse, spetta in solido all’intera pubblica amministrazione ligure, e Cgil Cisl Uil di categoria sono da tempo, più che disponibili a conoscere e misurare volontà politiche che permettano di allocare in modo più efficace ed efficiente risorse e funzioni”.

“Se si scoprisse che ormai è troppo tardi per trovare soluzioni coerenti e sostenibili sarà chiesto a Province e Comuni di fare un passo indietro e riconoscere alla Regione di individuare quale soluzione temporanea l’acquisizione di tutto il personale non legato alle funzioni fondamentali, con le relative risorse” concludono i sindacati.