Da Albenga all’Australia, la storia di Antonino Loggia: “Io, fuggito dalla burocrazia. Qui le cose funzionano” fotogallery

antonino loggia

Albenga. Bye bye terra del basilico, vado in quella dei canguri. Questa la scelta fatta un anno e mezzo fa dall’imprenditore ingauno Antonino Loggia: un gesto che molti sognano, quello di voltare le spalle alla crisi italiana per tentare di iniziare una nuova vita oltreoceano. La meta, però, non è stata l’America: il suo Eldorado, Antonino, lo ha trovato infatti in Australia.

A farlo “scappare” dall’Italia, manco a dirlo, la burocrazia. “Amante da sempre dei libri, in Italia mi sono occupato per diversi anni di editoria e di uno dei primi progetti di self publishing – racconta – ma il progetto non è mai del tutto decollato a causa della burocrazia, delle pesanti quanto regolari tasse e del mercato italiano, molto ridotto rispetto a quello inglese”.

Nato in realtà in Sicilia, ma cresciuto sin dalla tenera età nella città delle due torri, Antonino decide così di tentare l’avventura. “Ho il vantaggio di essere cresciuto tra due modi di pensare spesso differenti (nord – sud, Liguria – Sicilia), cosa che mi ha dato quella predisposizione mentale ad affrontare un viaggio in una terra così lontana con un modo di vivere e pensare che tutt’oggi dopo oltre un anno, ancora mi stupisce”.

Antonino inizia così i preparativi. Tante le difficoltà, tra cui quella economica, ovvero il possedere un’adeguata cifra per affrontare le spese della partenza e quelle del sostentamento una volta giunto a Sydney, circa 7.000 euro tra visto, biglietto e budget per i primi periodi, ma anche l’aspetto mentale, quindi resistere alla nostalgia, affrontare una nuova cultura e soprattutto vivere in una nuova lingua, l’inglese.

E poi, sotto l’Ayer’s Rock, dovrà trovare un lavoro nonostante le difficoltà linguistiche. “Così ho fatto un corso da pizzaiolo, presso pizzaioli napoletani da generazioni, e poi ho approfondito il mestiere a Riccione – racconta Antonino – Imparare non è stato facile, ma dopo circa 9 mesi di preparazione di cui 5 fatti come primo pizzaiolo, tra enormi fatiche e difficoltà, mi trovavo finalmente pronto a partire”.

Senza parlare una parola di inglese e senza nessuna conoscenza, Antonino lascia le due torri il 25 settembre 2013, per andare dall’altra parte del mondo con una sola grande carta da giocare: quella di poter dire di essere un pizzaiolo. “A quel punto potevo cercare lavoro in un settore specifico, quasi del tutto manuale – racconta – dove bastano pochissimi termini tecnici da imparare, lievito, salsa… Parlo del pizzaiolo perchè è quello che ho imparato io, ma qualsiasi mestiere artigianale o manuale può andare bene, dal gelataio al meccanico”.

Una volta arrivato, Loggia fa alcune prove in qualche pizzeria, ottenendo sempre il lavoro. “Nei ristoranti italiani in Autralia è sempre un prestigio avere del personale italiano”, spiega. Ma Antonino ha progetti più grandi. Grazie al lavoro riesce a sopravvivere i primi periodi, ovvero a non finire i soldi; e successivamente, una volta raggiunta una cifra economica di sicurezza, inizia a dedicarsi allo sviluppo di altri progetti.

“Ho aperto un sito (Portale Australia) che vanta oggi circa mille pubblicazioni e decine di migliaia di visite al mese – racconta – E poi stiamo lavorando ininterrottamente da mesi con alcuni soci all’apertura di un canale di import di prodotti italiani e cinesi. Inoltre, grazie all’esperienza di un ragazzo conosciuto i primi giorni e divenuto poi un mio grande amico, abbiamo fondato Australian Plan, un’agenzia che offre un supporto totalmente gratuito agli italiani che arrivano in Australia: solo nei primi tre mesi sono passati oltre 2.000 ragazzi, specchio della grandissima ondata migratoria di italiani nella terra dei canguri”.

Certo, la nostalgia c’è e si fa sentire. “Sono tante le cose che mi mancano di Albenga, dal natale per le vie del centro storico, alle serate per le spiagge alassine – ammette – però ad oggi i motivi che mi spingono a restare sono di piú di quelli che mi portano a voler rientrare. A Sydney le cose funzionano, la burocrazia snella aiuta i giovani imprenditori, criminalità e disoccupazione sono bassissime”.

Ovviamente non è tutto oro quel che luccica. “Questa è una terra di grandi opportunità ma anche di grandi sacrifici – spiega – prendere un visto permanente è cosa di pochi e tornare spesso in Italia non è possibile a causa dei costi, per questo molti ragazzi preferiscono Londra”.

Il mese scorso anche il fratello di Antonino ha seguito le sue orme, formandosi prima in Italia come pizzaiolo e poi arrivando a Sydney, dove gli sono bastati pochi giorni per trovare lavoro. “Ora anche lui, come me e tantissimi altri giovani italiani, sta lottando per il suo futuro, in una terra dove è ancora possibile sognare”, conclude Antonino. Qui si dice “in bocca al lupo”, chissà come si dice in Australia…