Economia

Call Center Telecom Italia: accordo separato e referendum. Slc-Cgil: “Inaccettabile, è il modello Pomigliano”

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Savona. Referendum per un accordo separato. Accade in casa Telecom Italia, dove la trattativa tra sindacati ed azienda registra la contrarietà della Slc-Cgil. E’ il frutto della trattativa che, spiega l’azienda, riguarda anche le sedi di “Savona e La Spezia, presenti nell’elenco dei call center da mantenere in attività”.

“La proposta di accordo – spiega ancora Telecom – è frutto di un lungo confronto con i sindacati, con i quali l’azienda ha affrontato tutte le problematiche di un settore, quale quello del Caring, che sta vivendo a livello nazionale una profonda crisi. Dopo 6 mesi di trattative, in assenza di una approvazione totalitaria da parte delle Organizzazioni Sindacali in virtù della sola opposizione della Slc-Cgil, si è deciso di sottoporre il testo a referendum tra i colleghi della Divisione Caring Services entro il prossimo 20 dicembre”.

“Telecom dice il falso – replica Daniele Gadaleta, coordinatore regionale Slc-Cgil – a cominciare dal fatto che a Savona è ormai dal lontano 2001 che rimangono solamente i reparti tecnici e che il servizio call center è sparito. Quanto all’accordo, per noi non è accettabile: si vuole imporre un ‘controllo individuale della produttività’ ai lavoratori per motivi economici e disciplinari. Cisl e Uil non lo hanno compreso. Quanto al referendum, è la replica del modello Pomigigliano di Fiat: la scelta è tra meno diritto o l’esternalizzazione dei posti di lavoro”.

“I lavoratori – spiega ancora in una nota la Slc Cgil nazionale – hanno una grande occasione per far sentire le proprie ragioni all’Azienda e a tutte le Organizzazioni Sindacali. Disertare il referendum rappresenta l’unica opportunità per riaprire la trattativa e giungere alla sottoscrizione di un accordo che veda la condivisione di tutti gli attori coinvolti”.

Cosa accadrebbe in caso di voto negativo al referendum? In quella eventualità, conclude Telecom, “l’azienda perseguirà comunque l’obiettivo di realizzare la stabilità economica del settore Caring non raggiunta finora, mediante l’implementazione dell’accordo già firmato nel marzo del 2013”.