Cronaca

AIA Tirreno Power, l’azienda in 7 punti contesta il Pic: tempistiche, emissioni e carbonibile tra i punti di attrito

Corteo Tirreno Power

Vado L. Sette osservazioni. Sono quelle che Tirreno Power, ieri, ha presentato in conferenza dei servizi a Roma per contestare alcune delle prescrizioni previste dal Parere Istruttorio Conclusivo e del Piano di Monitoraggio e Controllo che regolamentano la nuova AIA rilasciata per la centrale di Vado Ligure. Come già anticipato dopo la sua approvazione, il Pic, così com’è, secondo l’azienda è inaccettabile.

Un concetto che è stato ribadito anche ieri motivandolo appunto attraverso sette punti che, nello specifico, riguardano alcune i limiti emissivi, le tempistiche per attuare gli interventi di ambientalizzazione, l’avvio a gas dei gruppi, il carbonile e alcune “imprecisioni” rilevate nel testo del documento da parte dell’azienda.

Analizzando nello specifico le osservazioni di Tirreno Power, inserite nel verbale della conferenza dei servizi di ieri e supportate da alcuni documenti, queste, in sintesi, sono le precisazioni dell’azienda: al punto uno si osserva che il nuovo Pic contiene una comparazione errata tra la proposta del gestore e uno degli assetti previsti dalla vecchia AIA, ma anche che il parere “oblitera l’importanza degli interventi di ambientalizzazione sulle esistenti sezioni VL3 e VL4 proposti dal gestore e strutturati su doppia fase in modo da contemperare la tutela dell’ambiente e il diritto all’esercizio dell’attività imprenditoriale”. A supporto di questa affermazione l’azienda ribadisce che si avrebbero, da subito, “livelli emissivi migliorativi con conseguimento immediato delle MTD per polveri e NOx e, per l’SO2, il conseguimento immediato MTD con intervallo mediazione su base mensile”.

Al punto due invece si contesta che la richiesta di avviamento a metano non sia “adeguatamente motivata”; al punto tre si osserva che è sbagliato dire che i tempi di realizzazione degli interventi strutturali sarebbero più rapidi ad impianti fermi: “l’imposizione di una fase unica per il rispetto dei limiti emissivi (rispetto alla doppia fase proposta dal gestore) altro non significa se non impedire l’esercizio degli impianti sino alla completa realizzazione delle misure necessarie al raggiungimento di detti limiti (16-20 mesi dalla disponibilità delle sezioni VL3 e VL4). Il che sacrifica in toto e in modo sproporzionato il libero esercizio dell’attività imprenditoriale di Tirreno Power (ed i connessi profili occupazionali), atteso che i benefici ambientali associati a tale misura non giustificano la conseguente mancata ripresa dell’esercizio per 16-20 mesi”.

Al punto quattro si chiede che i tempi per il rispetto dei limiti emissivi siano fatti scattare dal momento in cui gruppi saranno a disposizione; al cinque si affronta invece l’argomento relativo alla durata dell’AIA: Tirreno Power chiede che non sia di 10 anni, ma che venga automaticamente estesa a 16 anni in presenza di autorizzazione Emas (Eco-Management and Audit Scheme, ovvero il Sistema comunitario di ecogestione e audit); al sei si ritorna sul problema del carbonile e si chiede di fissare un termine coerente con procedimento in via definizione al Mise (l’AIA prevede infatti sia realizzato entro marzo 2015); infine al punto sette si fa notare che il Pic contiene alcune “imprecisioni/inesattezze” da correggere.

Questi sette punti, almeno per ora, non sono stati recepiti e l’AIA è stata rilasciata senza variazioni del Pic e del Piano di Monitoraggio. L’auspicio di Tirreno Power però è che, prima della pubbblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, sull’Autorizzazione Integrata Ambientale possa arrivare qualche modifica magari su impulso del Governo. In questo senso la data dell’11 dicembre, quando a Roma si terrà un vertice convocato dal sottosegretario alla Presidenza dei Ministri Graziano Delrio, potrebbe essere decisiva. Anche perché, alle attuali condizioni, l’azienda ha lasciato intendere che per la centrale di Vado non ci sarebbe alcun futuro.