Alassio. Multe annullate ai gestori delle spiagge libere attrezzate di Alassio: Marco Melgrati è stato assolto. Dopo che la settimana scorsa il pm aveva chiesto sei mesi di reclusione per l’ex sindaco della città del Muretto, questa mattina il Collegio del tribunale ha emesso una sentenza di assoluzione perché il fatto non costituisce reato.
Un verdetto che è stato accolto con grande soddisfazione da Melgrati: “Ancora una volta è stata riconosciuta la mia buona fede e la mia correttezza politico amministrativa. Anche stavolta la mia piena fiducia nella magistratura giudicante ha trovato un riscontro. Quello di oggi era lo stesso Collegio che mi ha assolto per la vicenda del Grand Hotel: credo che abbiano imparato a conoscermi per la mia correttezza e buona fede”.
Nella precedente udienza, l’ex sindaco di Alassio e attuale consigliere regionale del Pdl, aveva voluto rendere delle spontanee dichiarazioni per chiarire la sua posizione in relazione all’accusa di abuso d’ufficio che gli veniva contestata. Concetti che l’imputato (assistito dall’avvocato Franco Vazio) aveva ribadito anche in una memoria difensiva poi consegnata ai giudici.
Il caso delle sanzioni cancellate risaliva al 2008: secondo la Procura Melgrati era responsabile di abuso d’ufficio perché, nella sua qualità di sindaco di Alassio, “aveva avocato a sè i procedimenti amministrativi relativi ai verbali di contestazione” elevati nei confronti dei gestori delle Sla (Spiagge libere attrezzate) di Alassio, che rientravano invece – “in assenza di diversa previsione regolamentare” – nelle competenze del dirigente del settore demanio.
Inoltre, sempre secondo il capo d’imputazione, il sindaco aveva adottato provvedimenti di archiviazione “privi di motivazione o comunque con motivazioni meramente apparenti”, utilizzando come fondamento dei provvedimenti in questione “circostanze di fatto palesemente in contrasto con quanto rilevato dalla Guardia di finanza nei relativi verbali”.
Insomma, in termini meno tecnici, la tesi del sostituto procuratore Chiara Maria Paolucci era che Melgrati, avendo saputo che il dirigente del settore demanio non intedeva archiviare le multe, avesse preso in mano la pratica in prima persona. A quel punto, senza motivi validi, aveva archiviato le multe.
Sempre secondo l’ipotesi della Procura, Melgrati con la sua condotta aveva “intenzionalmente provocato un ingiusto vantaggio patrimoniale” ai gestori delle spiagge che si erano visti annullare le sanzioni e, nello stesso tempo, aveva procurato un danno patrimoniale al Comune che non aveva incassato i pagamenti delle multe. In particolare all’ex sindaco venivano contestate 19 ordinanze sindacali, emesse tutte tra il 2005 ed il 2008 per sanzioni relative al 2005, con le quali aveva archiviato altrettante multe. Il consigliere regionale del Pdl ha sempre sostenuto di avere titolo per firmare l’annullamento. Effettivamente la Procura, più che indagare su questo aspetto, aveva puntato il dito contro le motivazioni attraverso le quali Melgrati aveva annullato le multe che erano ritenute prive di “fondamento”.
“Se avevo l’autorità per comminare le multe, l’avevo anche per revocarle – aveva detto il sindaco -. Bisogna infatti ricordare che a suo tempo, dagli uffici, mi venne detto che la firma in calce alle sanzioni richieste dalla Finanza doveva essere la mia. Io ero perplesso, ma la cosa mi venne confermata. Multe che vennero regolarmente pagate. In un secondo tempo, per le stesse vicende, le sanzioni vennero previste anche per le persone fisiche e in questo caso, stando ai pareri degli uffici e alle memorie presentate dagli interessati, trattandosi di un ‘duplicato’ delle sanzioni, ho deciso di revocarle ritenendo in buona fede di poterlo fare”.



