Cronaca

Tirreno Power, Mantero (M5S) si scaglia contro la Veirana (Cgil): “Dice falsità, i limiti per altre centrali sono più rigorosi”

Totem Tirreno Power operazione trasparenza

Vado L. “Falso che i limiti concessi alla centrale Tirreno Power di Vado Ligure sono i più rigorosi in Italia. Falso anche dare la colpa ai ricorsi. Per la prima volta in Italia gli amministratori locali hanno permesso valori emissivi molto più elevati di quelli del Ministero. Burlando si assumerà le responsabilità politiche, sociali e ci auguriamo presto anche penali”. Così il Movimento 5 Stelle risponde alle affermazioni del segretario della Cgil savonese Fulvia Veirana: “Gravi falsità in merito alla questione Tirreno Power che riassumono fedelmente le attuali posizioni filo aziendaliste della politica savonese” dice il deputato savonese del M5S Matteo Mantero.

“È assolutamente falso che i limiti concessi alla centrale Tirreno Power di Vado Ligure sono i più rigorosi in Italia: ad esempio in centrali come quelle di Brindisi o di Torrevaldaliga Sud i limiti sono molto più rigorosi (80 mg/m3 per l’ossido di zolfo,
50mg/m3 per il monossido di carbonio, 10 mg/m3 per le polveri). Veirana è in malafede nel domandarsi ironicamente se ci sono condizioni così gravi nel territorio e dichiarando che o c’è un errore o c’è un problema. Mentre Veirana e la sua classe politica di riferimento chiudevano gli occhi nel sostenere le ragioni dell’azienda, l’inchiesta della magistratura posta a tutela della comunità savonese ha rilevato lo stato di grave disastro ambientale doloso. Centinaia di morti e danni al territorio e all’ambiente nel silenzio di amministratori e politici (definiti “neghittosi” nell’ordinanza dal giudice): da Savona a Genova il sistema di potere e interessi è sempre lo stesso”.

“È falso affermare che se non ci fossero stati i ricorsi al Tar ora la centrale funzionerebbe con gruppi nuovi o rinnovati e impatto ambientale bassissimo. L’ordinanza del Gip ha evidenziato in modo chiaro come dietro i vari interventi strutturali prospettati da Tirreno Power non c’era nulla, solo qualche piccolo intervento usato come specchietto per attirare le allodole. Veirana e altri sindacalisti sono nuovamente in malafede nell’incolpare i ricorsi al Tar (e parlare di valori “a norma”). Se per anni alla centrale è stato concesso clamorosamente di funzionare con valori emissivi altissimi e devastanti (400 mg/m3 per l’ossido di zolfo in assenza di AIA e 390 mg/m3 con la nuova AIA, ben sopra i valori previsti dalle MTD) non ha ora più alcun senso definire la centrale “a norma” (anche per “l’assenza di controlli” e per i dati “autoprodotti dal gestore”, come ha sentenziato il giudice)”.

“In presenza di una così grave situazione ambientale, chi come il sindacato è stato sempre complice ed in silenzio di fronte a valori di emissione così inquinanti, dovrebbe almeno avere la decenza di tacere e non stupirsi se in seno alla comunità, associazioni, movimenti e cittadini facciano ricorsi agli organi amministrativi per tutelare i cittadini e quegli stessi lavoratori che invece avrebbe dovuto tutelare il sindacato. Del resto la recente sentenza contro la centrale di Porto Tolle ha condannato i dirigenti della centrale per disastro ambientale indipendentemente dai valori di emissione”.

“È un falso anche dire che “le amministrazioni hanno lavorato in modo efficace per individuare limiti ambientali stringenti”. Al contrario, per la prima volta in Italia è successo invece che gli amministratori locali, eletti per tutelare la salute della
cittadinanza, hanno permesso valori emissivi molto più elevanti di quelli definiti dai tecnici del Ministero” conclude.