Vado L. “L’azienda ha fatto tutto e continuerà a fare tutto il possibile per rimettere in funzione i gruppi a carbone, ma non possiamo fare l’impossibile. Le prescrizioni sono contraddittore e in molti casi inapplicabili. Se non verranno modificate nonostante l’impegno finanziario e tecnologico profuso, la centrale va verso la chiusura”. Lo ha detto Alessandro Gaglione, direttore della centrale di Vado, ai lavoratori durante l’incontro di oggi, precisando la posizione dell’azienda sul Parere Istruttorio espresso in sede AIA, in attesa che la stessa Tirreno Power produca le sue osservazioni in vista della Conferenza dei servizi del 18 novembre prossimo.
L’azienda ha confermato l’interesse per il sito e la volontà di investire, ma a queste condizioni risulta impossibile. A rischio 800 posti di lavoro, 250 diretti e il resto delle società esterne.
“Dopo il fermo, a otto mesi di distanza, la qualità dell’aria, secondo quanto reso pubblico dalla Regione Liguria, non è sostanzialmente cambiata. Lo stesso giudice nel provvedimento ha riconosciuto che nessun limite di legge è stato superato dall’azienda, ma che vige un principio di precauzione con cui è stato motivato il fermo dell’impianto. Le rilevazioni della qualità dell’aria a Savona non hanno mai riportato il superamento dei limiti per la salute e l’ambiente per nessun inquinante” si apprende da fonte vicino all’azienda.