Savona. E’ iniziato da pochi minuti il presidio dei lavoratori di Tirreno Power davanti alla prefettura di Savona. Come annunciato nella tarda serata di ieri la protesta di oggi sarà l’occasione per consegnare alle autorità la lettera che dipendenti della centrale e sindacati invieranno al premier Matteo Renzi.
Questo il testo integrale del messaggio che sarà consegnato al presidente del consiglio nella speranza che il Governo intervenga nella vicenda della centrale di Vado Ligure.
Gent.mo Presidente, Gentilissime SS.VV.,
da mesi seguiamo con apprensione le vicende che riguardano i lavoratori occupati direttamente ed indirettamente presso la centrale termoelettrica di Vado Ligure, più di seicento persone. Nel mese di luglio si è tenuto un incontro alla presenza dei Ministri Guidi e Galletti. Il tema principale riguardava la necessità di coniugare essenzialmente tre questioni: come la produzione termoelettrica della centrale di Vado Ligure si poteva incardinare nella S.E.N.; come consentire la continuità produttiva ed occupazionale del sito; come rendere questa produzione compatibile con l’ambiente circostante.
A quell’incontro doveva seguirne un altro nel mese di settembre, che non si è mai svolto. Nel frattempo, l’attività di verifica propedeutica al riavvio della centrale e prevista per il rilascio della nuova A.I.A. è proseguita, producendo esiti a noi non compresibili. La centrale è inserita in una provincia, Savona, che è considerata dall’OMS come una delle più salubri d’Italia. La nostra, in effetti è la provincia nella quale si annovera la percentuale di anziani più elevata del Paese. Tutti gli studi condotti dagli Istituti Pubblici sulla salute della popolazione hanno rilevato una situazione piuttosto positiva, in linea con il resto del Paese. Negli ultimi anni, per contro, sono molto peggiorati i dati economici della provincia. La crisi ha terribilmente fatto aumentare il tasso di deprivazione e la disoccupazione. Nel contempo è stata avviata un’indagine della Procura di Savona che ha scaturito il sequestro dell’impianto. L’indagine è ancora in corso, ma emergono da tempo elementi del tutto contrastanti con gli altri dati pubblici sulla salubrità dell’ambiente provinciale.
Oggi rileviamo che per la centrale di Vado Ligure vengono previsti dalla commissione IPPC nel P.I.C., preliminare al rilascio della nuova AIA, parametri molti rigidi. L’Azienda oggi ci ha comunicato che, se verranno confermate quelle condizioni, non sarà in grado di far ripartire la centrale. Allora non ci chiediamo: perché a Vado Ligure i vincoli ambientali sono così stringenti? C’è una situazione di compromissione ambientale tale da non consentire la produzione? O forse c’è un errore nell’elaborazione dei dati da parte della commissione IPPC?
Quale che sia il caso, è necessario un intervento dello Stato. Se è vera la prima affermazione, siamo davanti ad una “nuova Ilva”, se è vera la seconda, qualcuno deve affrontare e dirimere la vicenda. Ad oggi abbiamo tutti gli Enti Locali coinvolti, impegnati in un lavoro molto attento di equilibrio fra la tenuta produttiva e la tutela dell’ambiente, nel rispetto delle normative nazionali, ed un livello nazionale completamente scollato da questa attività.
Inoltre c’è un pericoloso corto circuito fra poteri dello Stato che confonde e mescola ruoli e responsabilità.
E’ necessario che, al più presto, ci sia un intervento della Presidenza del Consiglio alla quale chiediamo un incontro urgente che coinvolga le Istituzioni locali e le forze sociali ed economiche del territorio. Alleghiamo, al solo scopo istruttorio e non esaustivo, la tabella che riassume i dati emissivi autorizzati a tutte le centrali termoelettriche a carbone nel nostro Paese, confrontati con quelli relativi a Vado Ligure. Ricordiamo, peraltro, che i sindacati di categoria nazionale, da tempo, rivendicano un tavolo proprio sull’evoluzione del sistema produttivo dell’energia.
Siamo certi che il tema della tenuta economica e della sua compatibilità ambientali sia una priorità del nostro Paese e che, quindi, non tarderà il Vostro riscontro.