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Tirreno Power, il tecnico della centrale: “Allarmismo ingiustificato”. L’indotto: “Siamo alla frutta” fotogallery

Savona. “L’allarmismo sociale sulla salute calpesta la mia dignità di tecnico e di lavoratore. A centrale spenta ho visto che i livelli di inquinamento non sono cambiati ed ora di finirla con questo estremismo ambientale. Tutto viene imputato alla centrale e alla produzione del carbone. Mi pare che ci sia una discrepanza di valutazione e giudizio e bisognerà renderne conto ai lavoratori”. Così Gianpaolo Rabellino, da anni tecnico ambientale alla centrale di Vado Ligure, uno dei lavoratori che da questa mattina è in presidio sotto la Prefettura di Savona in attesa di risposte dalle istituzioni.

“I dati ambientali sono stati monitorati e sono stati rispettate tutte le prescrizioni. Lavoro alla centrale dall’’88 e non ho mai avuto visite ispettive e di controllo prima dell’inchiesta: dalle analisi Arpal del novembre 2013 è emerso che la centrale agiva nei limiti imposti dai ministeri, limiti che erano stati imposti anche ad altre centrali, come quella Enel di Spezia. Mi pare che spesso qualcuno parli senza sapere, portando avanti un allarmismo sociale ingiustificato. Ed ora vengono imposti e parametri assurdi per un sito produttivo al quale è scientificamente sbagliato imputare l’inquinamento presente nel comprensorio” conclude il tecnico TP.

Ma parlare sono anche i lavoratori dell’indotto, come nel caso di Terminal Rinfuse, che a centrale spenta si avvia verso la chiusura da dicembre: “La nostra situazione è drammatica, la cassa integrazione in deroga garantisce uno stipendio davvero minimale e chissà quando vedremo i soldi. Tanti vanno avanti a fatica, altri sono alla frutta: è davvero difficile pensare al futuro. E a 50 anni rimettersi in gioco sul mercato del lavoro in questa Provincia è praticamente impossibile” dice il lavoratore Mauro Campolo.