Economia

Tirreno Power, vertice al Mise. Filctem: “Finalmente il Governo riconosce la crisi del settore termoelettrico”

Tirreno Power operazione trasparenza

Vado Ligure. “Il viceministro Claudio De Vincentis ha riconosciuto finalmente la gravità della crisi che investe il settore e l’importanza di attivare una sede di confronto continuativa per ricercare soluzioni idonee e condivise ed ha richiamato egli stesso le emergenze di questa fase, come quella della centrale di Vado”. Ad affermarlo è Tino Amatiello, segretario provinciale Filctem Cgil, in seguito alla prima riunione del tavolo sulla crisi del termoelettrico svoltasi al Ministero dello Sviluppo economico, a cui hanno partecipato i sindacati, le più importanti aziende del settore e le loro associazioni.

“Il problema è come si esce dall’attuale situazione di sovra-capacità del termoelettrico – spiega – Il ministero traccia su questo alcune linee di priorità fra le quali l’utilizzo flessibile delle nostre sovra-capacità nel mercato europeo. Scelta di dubbia efficacia se i prezzi italiani si confermano come ora poco competitivi con quelli degli altri Paesi europei”.

La Filctem ricorda che la crisi del termoelettrico è arrivata ad un punto di non ritorno. “Scontiamo la mancanza di programmazione degli anni passati che ha portato ad un eccesso di localizzazione termoelettrica – sostiene Amatiello – Nel periodo 2004 – 2013 la potenza termoelettrica è passata da 59 a 79 Gw senza una priorità rispetto alle esigenze di rete e con una crescita molto intensa delle rinnovabili, che ha contribuito ad appesantire il costo dell’energia elettrica. Al di là dell’entità degli incentivi è mancata una politica di armonizzazione tra il preesistente sistema produttivo e il nuovo (efficienza energetica, rinnovabili, reti interattive, generazione diffusa)”.

“La scelta di anticipare di 7 anni gli obiettivi del 20/20/20 è l’esempio di una politica energetica che non ha considerato gli effetti economici e sociali di tale accelerazione. Le rinnovabili continueranno a svilupparsi anche senza incentivi, sottraendo altre quote di mercato al termoelettrico, sostenute in questo dai nuovi obiettivi europei al 2030 ma anche dall’espansione della generazione diffusa” conclude il sindacalista.