Savona. Non si placa la spaccatura tra Anci e l’Anpci sul futuro dei piccoli comuni italiani. Ieri l’attacco al sindaco di Pontinvrea Matteo Camiciottoli che oggi ha duramente replicato in qualità di referente nazionale Anpci: “Noto con favore un certo nervosismo nelle parole del consigliere del comune di Mignanego e coordinatore della consulta Anci piccoli comuni, vuol dire che la lingua batte dove il dente duole…” con riferimento alle parole di Michele Malfatti, coordinatore ligure della Consulta Anci dei Piccoli Comuni.
“Voglio soffermarmi qui,’ Anci al fianco delle piccole realtà’, peccato che il presidente nazionale Anci e sindaco di Torino Piero Fassino dichiari che i comuni da 8000 debbano diventare 2000 e azzarda una soglia minima di 15000 abitanti”.
“Personalmente ho partecipato a molte riunioni Anci almeno fino a quando mi hanno invitato e cioè fino a quando non ho espresso un punto di vista differente e il ritornello era sempre lo stesso: le convenzioni fatele se lo ritenete opportuno, ma le unioni sono la soluzione…Ho dichiarato che Anci non mi rappresenta e non rappresenta più il comune di Pontinvrea perché ritengo che un sindacato debba prendere le istanze sul territorio e portarle nel palazzo dove si discute e non prendere ordini nei palazzi e portare le decisioni ai territori. Questo ho voluto ribadire ai sindaci che hanno accettato l’invito dell’Anpci al primo incontro provinciale e visto che le adesioni superavano il 60% l’affermazione sul venditore di sogni la rimando al mittente aggiungendo che forse sarebbe meglio smetterla di vendere incubi” aggiunge ancora il sindaco di Pontinvrea.
“La sfida la lancio nelle prossime ore quando invierò al coordinatore della consulta dei piccoli comuni Anci una richiesta che come Anpci faremo alla Regione Liguria: in sostanza chiede se la scelta dei comuni è quella di fare le convenzioni, previste dalla legge in alternativa alle unioni, e che ai comuni sopra ai mille abitanti venga consentito di derogare al Patto di Stabilità come avviene nel caso delle unioni di comuni. Fermo restando che in nessuno dei due casi vi sarà economicità e servizi migliori per i cittadini” conclude Camiciottoli.