Economia

Alassio, presidenza Gesco srl. Nicola Chessa ironico: “Grazie Canepa per avermi insegnato”

comune alassio

Alassio. Sceglie la carta dell’ironia Nicola Chessa, uno dei tre candidati alla presidenza di Gesco srl insieme all’ex questore Stefano Bonagura e al presidente uscente Mimmo Giraldi, dopo la riconferma di quest’ultimo. Una scelta, quella compiuta dal sindaco Enzo Canepa, già definita negli scorsi giorni da Angelo Galtieri “una farsa, dettata più da motivazioni politiche che da criteri meritocratici”.

E a buttarla sulla farsa oggi è proprio uno dei due “tagliati”, con una lettera aperta indirizzata al primo cittadino nella quale, in sostanza, loda la scelta e i criteri utilizzati dall’amministrazione comunale, indicandoli come nuovo esempio da seguire “in barba” alle metodologie considerate standard a livello aziendale nei processi di selezione.

“Appassionati di blog e cari amici – questi ultimi ovviamente con l’intento di ‘scanzonarmi’ – si divertono ad inoltrarmi alcuni dei più ‘coloriti’ commenti che via via si stanno stratificando, non tanto sulla correttezza della scelta da Lei effettuata, quanto sul percorso metodologico che ne ha dato valore e sostanza – scrive Chessa – Purtroppo vi sono ancora alcuni (fortunatamente, pochi, a dire il vero!) che sono convinti che una scelta assuma valore quando sostanziata da robusti criteri che ne hanno determinato la genesi”.

“Sono certo che non appena Le sarà possibile chiarirà e declinerà gli elementi che hanno suffragato che il curriculum del Signor Giraldi fosse più qualificato di quello del sottoscritto – continua – Immagino, di contro, che più sofisticato (e pertanto più stimolante) sarà il Suo argomentare l’esclusione del Signor Bonagura che nei suoi lunghi anni di carriera ha dimostrato di saper ben gestire la “res publica” anche se in settori analoghi a quello in oggetto. Tuttavia… alea iacta est”.

“La nomina da parte della ‘proprietà’ o dell’assemblea dei soci di cariche apicali e di indirizzo strategico qualora conferite esclusivamente tramite la valutazione dei titoli di studio conseguiti dai potenziali candidati e/o dalle pregresse esperienze lavorative sottende un duplice rischio: in primis, quello di rendersi attaccabili rispetto alla trasparenza della scelta effettuata (‘Ça va sans dire’, visto che lo sta provando sulla Sua pelle) e secondariamente di non avere la certezza che il prescelto sia il candidato più allineato alla visione e all’orientamento strategico di fondo del decisore”.

“Così, parimenti, la riconferma di un CEO, non può che essere intesa come un grande elogio al suo operato svolto nel passato (ovvero, più esplicitamente, un pieno riconoscimento che i risultati raggiunti sono stati almeno pari, se non superiori, agli obiettivi ad egli conferiti da parte della proprietà) ed un totale allineamento rispetto alle linee guida future”.

L’ironia è tutta qui: “Non entro nel merito delle sterili critiche mosse dai più, circa gli obiettivi raggiunti nel passato dal CEO Giraldi (nell’esatto istante che Lei ritiene siano stati soddisfatti gli obiettivi che ha conferito all’amministratore non ho dubbi che sappia giustificarne la ratio sottostante alla costruzione degli obiettivi stessi) da parte di chi non comprende che, in particolari situazioni economiche, anche la generazioni di perdite può essere vista come un ottimo risultato”.

“Sono certo che alcuni (non certo il sottoscritto) potrebbero ritenere interessante confrontarsi con Lei sulla base di quale teoria economica (modello anglosassone vs. modello occidentale) abbia ritenuto opportuno non valutare le linee strategiche degli altri candidati – insiste Chessa – Sono però certo che, in una situazione economica così complessa, ed avendo Lei stesso apprezzato il valore ed il potenziale contributo che il Signor Bonagura ed il sottoscritto potrebbero dare, nelle loro reciproche diversità, ad una intrapresa di siffatta complessità, starà attentamente valutando di riceverci al fine di capire dove, se non come Amministratori, bensì come consulenti, potremmo contribuire a generare valore e, questa volta, addirittura a tentare di superare i Suoi target futuri per la Ge.s.co. S.r.l.”.

“Sono felice di aver partecipato a questo processo di selezione poiché, dopo aver operato con successo in tutte le più grandi aziende italiane e non, mi stavo erroneamente convincendo che, alcune metodologie, solo perché adottate da tutti i più grandi player mondiali indipendentemente dal settore in cui operano, costituissero ‘best practices’ – è la bordata finale di Chessa a Canepa – Grazie a Lei e, più nello specifico, al percorso che ha coraggiosamente intrapreso per la nomina del Chief Executive Officer della società Ge.s.co S.r.l., mi ha dato modo di confrontarmi con un modello manageriale ed imprenditoriale particolarmente innovativo; ho imparato che nella vita lavorativa non esistono punti fermi e che sono fiero di poter insegnare d’ora innanzi che l’Amministrazione Comunale di Alassio (città in cui sono nato e che amo da morire) ha molto da insegnare… anche ai “big” dell’economia italiana e mondiale”.