Economia

Balneari, Bettina Bolla: “Torna la paura, rischio di aste per le spiagge a partire dal 2016”

Liguria. “Si rischia di far scattare le gare pubbliche nel 2016, per questo chiediamo ai sindacati di dare il via alla mobilitazione generale”. L’appello alla mobilitazione contro le aste nel settore balneare arriva da Donnedamare.

“La legge di stabilità aveva stabilito un riordino dei canoni e del settore balneare nelle more del 15 maggio, rimandato al 15 ottobre, data entro la quale il governo ha promesso di risolvere la questione Bolkestein, la direttiva europea che rischia di mandare all’asta le spiagge, riassegnando le concessioni demaniali marittime su cui, ad oggi, oltre 1300 stabilimenti balneari liguri e 30 mila in Italia basano la loro attività”.

Quello delle aste è un autentico “spauracchio” per gli operatori del settore balneare, ed il rischio si fa sempre più concreto, spiega Bettina Bolla: “Per il 15 ottobre è già stata fissata la Conferenza Stato-Regioni, che tra i vari temi sul tavolo affronterà proprio il caso Bolkestein, ma il rischio che salti la proroga delle concessioni al 2020, legge italiana, già in Gazzetta Ufficiale, stabilita dal Parlamento durante il governo Monti, è alto, facendo scattare di nuovo il meccanismo che dà il via gare a evidenza pubblica dal 1 gennaio 2016”.

“D’altro canto il Sottosegretario Gozi, coordinatore del semestre europeo che, insieme al Sottosegretario Baretta e al Ministro per gli Affari Regionali Lanzetta, si sta occupando del nostro caso ha più volte, anche in riunione con la sottoscritta, affermato la resistenza dell’Unione Europea – continua Bettina Bolla – sottolineando che lo status quo non può più essere quello attuale e che la proroga al 2020 non è certa. L’Europa, infatti, aspetta che il Governo metta mano alle concessioni, con una nuova normativa sul Demanio marittimo e Bruxelles è stata chiara: sulla proroga non ci esprimiamo finché non presentate una soluzione”.

Riguardo la maxi-sanzione da parte dell’UE, a procedura di infrazione è stata chiusa dal 2010: “Questo perché abbiamo fatto quello che ci chiedeva Bruxelles – ricordano da Donnedamare – Una delle poche infrazioni risolte, la nostra, poiché si legge da un articolo di Marco Quantarelli sul Fatto Quotidiano del 10 marzo del 2014 le procedure d’infrazione a carico dell’Italia sono ben 119”

“Noi comunque partiamo dal presupposto che le concessioni scadranno nel 2020 – insistono – e che comunque le aste per il settore balneare italiano rappresentano la morte del sistema stesso, composto da 30 mila imprese a gestione familiare, che sarebbero senz’altro perdenti in caso di aste anche se queste, come si dice terranno conto di criteri di premialità. Armi pericolosissime, quest’ultime, ricordando che l’art.37 del Cod Nav prevede l’assegnazione della concessione al miglior offerente, che per ovvi motivi, non potranno certo essere gli attuali concessionari. Le aste giocheranno a favore delle multinazionali”.

La categoria, dopo le ultime drammatiche notizie, ufficiose e ufficiali (si parla di una bozza di decreto che prevede aste dal 1 gennaio 2016 con indennizzi risibili) è in fibrillazione. Già da domani giovedì 9 il ministro ai Beni culturali e al turismo Franceschini sarà alla Fiera di Rimini per rispondere alle domande degli operatori turistici. Un gruppo di balneari partirà alla volta di Rimini per chiedere conto al ministro “di un piano che ad oggi non c’è, nonostante dall’approvazione della direttiva Bolkestein siano passati ben otto anni”.

Altro importante appuntamento al quale anche l’associazione Culturale Donnedamare parteciperà è il SUN di Rimini dal 23 al 25 ottobre. “Ma in quella data i giochi potrebbero già essere stati fatti e, visto gli ultimi sviluppi, non a nostro favore”, è il timore di Bettina Bolla.