Pomodoro Cuore di Bue e rosmarino ligure schedati con l'”impronta digitale”

Pomodoro Cuore di Bue Albenga

Liguria. Un nuovo metodo di indagine per smascherare le frodi commerciali è stato messo a punto dai ricercatori dell’Università di Genova, in collaborazione con il Laboratorio chimico merceologico della Camera di Commercio di Savona, che hanno ricostruito l’identikit chimico dei prodotti tipici della nostra cucina tra cui il rosmarino ligure e il pomodoro Cuore di Bue di Albenga.

“Il nostro lavoro sui prodotti d’eccellenza della cucina ligure è cominciato nel 2010 studiando l’oliva taggiasca in salamoia prodotta vicino Albenga”, spiega la ricercatrice Lucia Bagnasco che lavora nel gruppo di ricerca in chimica analitica
e chemiometria guidato da Silvia Lanteri.

L’identikit è stato ottenuto analizzando oltre 200 campioni con la spettroscopia nel vicino infrarosso (Nir), una tecnologia che consente di riconoscere l’alimento senza dover analizzare ogni suo componente chimico. Questa schedatura viene ora aggiornata anno dopo anno, in modo da includere la variabilità dovuta all’annata.

“In questo modo bastano pochi grammi di pasta di olive per riconoscere se si tratta di autentiche taggiasche oppure di altre olive simili, come il leccino del Sud Italia o il coquillo spagnolo, i più utilizzati nelle frodi alimentari”, aggiunge Bagnasco.

L’obiettivo è definire un metodo di indagine preciso per arrivare ad una certificazione di origine protetta anche per le olive. I ricercatori stanno allargando il loro campo di indagine su altri prodotti della cucina ligure, unici sul palato tanto quanto in laboratorio.