Operazione Nemo, encomio per il Nucleo Operativo dei Carabinieri di Alassio

Il Nucleo Operativo della Compagnia di Alassio ed il Nucleo subacquei dei Carabinieri hanno ricevuto un encomio per l’operazione Nemo, condotta nelle province di Savona, Imperia, Bologna e Torino che ha portato a individuare sette siti archeologici sottomarini sconosciuti, importantissimi per lo studio e la ricerca storico-scientifica dei traffici marittimi del mediterraneo in epoca romana, medievale e post-medievale.

Nel corso dell’operazione erano state scoperte tre navi romane (ad Imperia, Alassio e Portobello in Sardegna), un’ancora medievale, un’ancora post medievale, un ceppo d’ancora romano in piombo del I-II secolo a.C. e un cannone di galeone riferito a relitto di epoca medievale, di assoluto valore storico artistico.

L’operazione Nemo aveva accertato un traffico e una sottrazione di reperti archeologici dal relitto al largo delle coste di Albenga che andava avanti almeno dal 2008. All’inizio delle indagini era finito nei guai un ex corallaro di professione, Giovambattista Pesce, di Ceriale, mentre le denunce avevano dapprima riguardato 7 persone. Ma i controlli non si erano fermati, e si era aperto un secondo capitolo, Nemo II, con la scoperta di un’altra nave al largo di Imperia carica di anfore che venivano trafugate da sommozzatori e tombaroli e rivendute al mercato nero (una fu ritrovata anche in una abitazione dell’ex ministro Scajola, che però aveva negato si trattasse di una di quelle rubate fornendo agli inquirenti documenti e spiegazioni precise al riguardo).