Savona. Si è chiuso con un patteggiamento a dieci mesi di reclusione il processo che vedeva a giudizio il quarantenne di Casale Monferrato, M.R., arrestato lo scorso Ferragosto con l’accusa di aver colpito la sua compagna, una ventiquattrenne alessandrina, causandole la rottura del timpano con uno schiaffo.
L’uomo (che era assistito dall’avvocato Carlo Manti) in aula, durante l’udienza di convalida, aveva ammesso di aver avuto una discussone con la ragazza per motivi di gelosia e di averla colpita, un gesto del quale si è scusato. Il giudice aveva convalidato l’arresto dell’uomo e lo aveva rimesso in libertà imponendogli l’obbligo di dimora nel comune di residenza e il divieto di uscire di casa dalle 22 alle 4. Il quarantenne, anche se la compagna non lo aveva querelato, doveva rispondere dell’accusa di lesioni gravi perché, vista la prognosi con la quale lei era stata dimessa dall’ospedale, il reato risultava perseguibile d’ufficio.
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri la lite era scoppiata lo scorso agosto nel budello di Alassio per motivi di gelosia: il quarantenne in preda alla rabbia avrebbe schiaffeggiato la sua compagna provocandole appunto la rottura del timpano e varie ecchimosi. Lei spaventata aveva chiamato un’ambulanza dopo essersi rifugiata all’interno di un condominio. Lui invece, una volta rintracciato dai carabinieri allertati dall’ospedale, aveva trovato una scusa decisamente originale per nascondere quello che era successo: “Siamo stati aggrediti da cinque uomini che volevano rapinarci” aveva detto ai militari prima di essere arrestato.