Albenga, #ImpresaComune: sms ai commercianti con le indicazioni per contrastare l’abusivismo

Alessandro Andreis

Albenga. Lo avevano annunciato in una conferenza stampa dell’1 agosto Alessandro Andreis, assessore alle attività produttive, ed Eleonora Molineris, consigliere comunale delegata all’informatica. Da alcuni giorni il servizio #ImpresaComune è partito.

Informazioni gratuite, mediante un sms, a coloro che si sono iscritti e fornito il proprio numero di cellulare. Ecco che oltre ai primi annunci di eventi o manifestazioni, ieri i commercianti hanno ricevuto un’indicazione concreta su una nuova iniziativa inerente al contrasto dell’abusivismo.

Il Protocollo anti contraffazione è un Patto comprensoriale, promosso da Prefettura, forze dell’ordine e comuni e che coinvolge anche la Capitaneria di Porto di Savona, le associazioni dei commercianti, artigiani e balneari. Albenga ha infatti siglato il Protocollo scaturito dagli incontri svoltisi in Prefettura, atti a contrastare un fenomeno, quello dell’abusivismo, che tanti danni economici provoca agli esercenti che pagano le tasse che patiscono una concorrenza sleale con la vendita di prodotti non autentici e con venditori abusivi, legati alla criminalità.

“L’azione congiunta di tutti i soggetti – afferma l’assessore Andreis (nella foto) – consentirà non solo un maggior flusso informativo sul fenomeno abusivismo, ma anche di contrastarlo meglio. Il comune si è attivato e individuato un referente nella polizia municipale che avrà la finzione di collettore di informazioni che possono aiutare le forze dell’ordine non solo a colpire l’ultimo anello della catena, ma ad individuare i depositi e i capi della organizzazione che sanno spostarsi da una zona ad un’altra”.

“Con un’azione comprensoriale e un aggiornamento continuo del flusso informativo sui soggetti coinvolti – prosegue Andreis -, potrebbero essere individuati meglio coloro che fanno abusivismo commerciale e una volta individuati punirli. Il coordinamento interforze intercomunali dovrà sensibilizzare la cittadinanza su lavoro e cultura della legalità e coinvolgere le varie associazioni dei consumatori per iniziare anche una campagna di sensibilizzazione che faccia comprendere che la repressione non è volta solo alla tutela di marchi prestigiosi, ma che, con il contrasto a questo fenomeno, si vuole evitare lo sfruttamento di esseri umani in laboratori clandestini, arginare il lavoro nero e tutelare coloro che in condizioni estreme, privi di qualunque regola e tutela lo svolgono”.