Loano. Agg. ore 11.30: Le operazioni di soccorso sono state sospese. Gli esperti ritengono che sia ormai impossibile salvare la vita al cucciolo di delfino: né il trasporto in mare aperto né il trasferimento in una vasca potrebbero tenerlo in vita senza il suo branco. La Capitaneria ha fermato le proprie imbarcazioni, per evitare che siano proprio queste ultime, con le loro chiglie, a infliggere colpi fatali all’animale, che a questo punto verrà lasciato al suo destino. Una decisione sofferta ma, a quanto sembra, inevitabile.
Agg. ore 11.00: Non arriveranno il veterinario e il biologo dell’Acquario di Genova di cui in un primo tempo era stato richiesto l’intervento: secondo gli specialisti la situazione sarebbe ormai compromessa, sia per la difficoltà nel far sopravvivere un cucciolo senza il proprio branco sia per la mancanza di vasche adatte in cui ospitarlo (i globicefali una volta adulti raggiungono dimensioni ragguardevoli, anche di 6 metri, e possono pesare 3 tonnellate).
Il delfino nel frattempo continua a vagare tra i moli di fronte allo Yacht Club, tra la curiosità e l’apprensione di tanti turisti e bambini, costantemente monitorato dagli uomini della Guardia Costiera. Sul posto sono presenti quasi 30 persone impegnate in qualche modo nell’operazione, tra cui due biologhe del Marina Diving Center. Un sommozzatore sta tentando di dargli da mangiare un calamaro per capirne lo stato di salute.
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Un delfino in difficoltà è stato soccorso questa mattina poco dopo le 8.30 all’interno del porto di Loano. Il cetaceo è stato avvistato da alcuni bagnini che stavano lavorando sulla spiaggia: l’animale aveva evidentemente perso l’orientamento e si aggirava all’interno del porto. Alcuni di loro si sono quindi tuffati in mare e, abbracciandolo e guidandolo, lo hanno fatto arrivare nei pressi della Guardia Costiera.
Si tratta di un cucciolo di globicefalo, un genere di delfino spesso chiamato anche “balena pilota”. Secondo alcune segnalazioni il piccolo cetaceo sarebbe lo stesso già stato notato ieri ad Arenzano. Il problema è che il piccolo cetaceo, senza il branco, non è in grado di sopravvivere: il rischio è quindi quello che sia spacciato anche qualora riesca a ritornare in mare aperto.
Sul posto stanno arrivando un veterinario e un biologo dell’Acquario di Genova; in merito è stata interpellata anche la Cima Foundation, per capire quale sia la migliore soluzione per salvare la vita al cucciolo.