Albenga. “Ho pensato, inizialmente, che si trattasse di una sparata di mezz’estate dovuta al troppo sole”. E’ a metà strada tra l’ironico e l’incredulo Eraldo Ciangherotti, ex assessore di Albenga, nel commentare l’ipotesi di ospedale unico savonese e le possibili soluzioni prospettate in questi giorni.
“Per il vice sindaco di Savona Livio Di Tullio occorre un ospedale unico provinciale, e avrebbe già individuato la sede a Legino; mentre altre voci vorrebbero la trasformazione della struttura di Vada Sabatia a Vado Ligure. Peccato però che Vada Sabatia sia stata strutturata come casa di riposo – attacca Ciangherotti – senza un blocco emergenza, senza un blocco operatorio, senza i 4 mila parcheggi necessari per un eventuale polo sanitario di tutta la provincia”.
Giorno dopo giorno, accusa il forzista, “l’impressione è che questo desiderio di affossare a tutti i costi la sanità territoriale, che già apparteneva al PD, ora abbia colpito pure la CGIL. Che forse vogliano trasformare tutte le sedi locali PD in ambulatori medici?”. E allora parte la proposta provocatoria: “I dipendenti sanitari che hanno la tessera del sindacato della Camusso in tasca, dovrebbero essere i primi a lanciare un segnale ai loro vertici, apparentemente più attratti dalle manovre del PUC che dai reali interessi dei lavoratori e, ancora più preoccupante, dalla salute dei cittadini: stracciate le tessere e non sprecate più soldi per sostenere un sindacato che non vi tutela. Da troppi anni, in Liguria, dall’avvento della sinistra al governo regionale, troppi opportunisti hanno toccato la sanità solo per equilibri interni al partito e giochi di potere”.
“Albenga ha bisogno del suo ospedale – insiste Ciangherotti – e se siamo scesi in piazza una volta portando 15 mila persone in corteo contro Claudio Montaldo, siamo pronti a portarne 30 mila contro Livio Di Tullio, tappezzando l’intero territorio provinciale di suoi manifesti, certissimi di avere l’intera comunità al nostro fianco. Dispiace, su questo fronte, che riguarda da vicino la salute di tutti noi, assistere all’immobilità e all’imbarazzante silenzio delle istituzioni ingaune, forse troppo timorose di far innervosire i loro capi partito e i potenti di turno: non ho ancora sentito alzare la voce, contro questa scellerata battuta, dal vice sindaco Riccardo Tomatis – che, come medico e tesoriere di Albenga Salute, dovrebbe sentirsi direttamente coinvolto dalla vicenda – né dal sindaco Giorgio Cangiano, che sono certo abbia a cuore la sopravvivenza del nostro ospedale, come suo cugino Vazio aveva a cuore la permanenza del tribunale”.
“La migliore risposta alle sparate elettorali di Di Tullio sono gli 11.100 ingressi da inizio anno registrati al Punto di Primo Intervento di Albenga – puntualizza il forzista – A noi interessa nulla del Puc o delle ambizioni politiche del vice sindaco di Savona. Teniamo solo a ribadire che lotteremo fino all’ultimo perché la nostra città non perda il suo ospedale. E questo messaggio deve arrivare ben chiaro ai vari burattinai del PD, il sindaco di Savona Federico Berruti, il socio in affari e cugino del sindaco di Albenga Franco Vazio, e anche a tutti coloro che, destra, sinistra o centro, iniziano a fare intrallazzi in vista delle elezioni regionali”.
“Giù le mani dalla pelle dei cittadini: Albenga non è una terra di conquista, è già stata venduta troppe volte in cambio di poltrone, e se ci sarà da scomodare Renzi in persona, siamo pronti ad andare a battere i pugni sul tavolo della sua scrivania, affinché il territorio possa avere sempre il suo Santa Maria di Misericordia vivo e vegeto”, conclude Ciangherotti.
